Abbiamo potuto disporre per parecchio tempo di uno dei primi esemplari del punto rosso che la Kahles ha messo in commercio poco dopo l’IWA del 2019. Dopo un primo esame visivo lo abbiamo montato su una carabina Ruger Predator in 6,5 Creedmoor per saggiarne le possibilità nel poligono di Carrù (CN) con tiri a bersaglio fermo. In un secondo tempo abbiamo approfittato di una Marlin Mod. SLB a leva in .44 Mag. per sparare diversi colpi nel recente impianto di Cinghiale Corrente, sempre al poligono di Carrù, per mettere alla prova l’ottica, il fucile e il tiratore nell’ambiente più consono a un punto rosso: il bersaglio in movimento. Iniziamo con la presentazione dell’apparecchio e la prova di tiro su bersaglio fermo.
La presentazione
Una scatola in cartone rigido dall’accattivante superficie lucida nei colori bianco e arancio, caratteristici del marchio, contiene la garanzia e il libretto di istruzioni composto da una serie di esaurienti disegni esplicativi comprensibili, ovviamente, in tutte le lingue, senza necessità di traduzioni. In una bustina si trovano tre chiavi a brugola e con queste si può procedere al montaggio: la slitta a coda di rondine posta sotto all’ottica è adatta alle più comuni basi ricavate sui fucili e una vite trasversale assicura il serraggio.
Prima di fermare il complesso è necessario provare l’imbracciatura e la posizione dell’occhio per avere disponibile il punto rosso di mira insieme all’ampio campo visivo esterno. Inserita in un’apposita tasca ricavata nella copertura protettiva in gomma arancione si trova la batteria: con il fondello di una cartuccia si apre la sede e la si inserisce nel vano richiudendo il supporto con uno scatto. Il punto rosso si illumina premendo per qualche secondo il tastino a bilanciere, posto a sinistra dell’ottica, sul segno + e lo si spegne premendo il segno – quindi sui due estremi che consentono ugualmente di intensificare o smorzare l’entità luminosa.
Altro sistema per attivare la luce è far oscillare il fucile sul proprio asse longitudinale: l’impianto rimane acceso per 3 minuti dopodiché, lasciando il complesso fermo, si spegne rimanendo in posizione di attesa. Ad una nuova oscillazione si riaccende e, comunque, dopo 4 ore interviene lo spegnimento automatico. Il controllo del giusto livello di carica della batteria viene dato dall’intensità del punto rosso mentre il limite prima dell’esaurimento viene segnalato da tre raggi che appaiono al margine del punto stesso. Comoda la tasca nella copertura in gomma, poco sopra citata, in cui tenere una seconda batteria pronta ogni evenienza. La taratura risulta ugualmente di facile attuazione agendo con la brugola più piccola sulle due viti dotate di linee di riferimento: il sistema di puntare il centro del bersaglio, sparare un colpo ben fermi, e poi, mantenendo la punteria al centro agire sulle brugole spostando il riferimento, il punto rosso quindi, sul foro del proiettile è sempre una soluzione pratica, veloce e con ridottissimo dispendio di cartucce. Con questo impianto la faccenda s’è risolta in un momento e già il secondo colpo è andato nel “10”. Un controllo successivo alle varie distanze a cui si penserà di dover sparare consentirà di tarare l’alzo alla media più favorevole in rapporto alla cartuccia impiegata.
Le prove in poligono
Una prima presa di contatto con il Kahles RD l’abbiamo avuta al poligono di Carrù dove l’amico Carlo ha messo a disposizione una carabina Ruger Predator in 6,5 Creedmoor. Al facile e rapido montaggio sono seguiti alcuni colpi a 100 m dove l’impianto ottico si è dimostrato valido consentendo di realizzare rosate perfettamente adeguate: il riferimento luminoso, anche a tale distanza, permette ancora una giusta definizione della copertura del bersaglio. In una seconda occasione abbiamo montato il Kahles su di un fucile che riteniamo ancor più adeguato a tale connubio: un Marlin 1894 SBL a leva in calibro .44 Mag.
Approfittando del recente impianto di Cinghiale Corrente messo in opera al poligono di Carrù ci siamo divertiti parecchio conseguendo risultati pregevoli con una facilità a cui non siamo usi in tale specialità di tiro. L’ampio campo visivo consente un’immediata acquisizione del bersaglio e il punto rosso, mantenuto per nostro comodo a una bassa intensità luminosa, porta e mantiene in maniera naturale l’occhio sul bersaglio. Il tutto considerando che spariamo con occhiali da presbite astigmatico: il punto rosso è un valido ausilio e questo della Kahles, viste le origini dalla Casa che per prima ha fornito ai cacciatori il primo cannocchiale da mira, il Mod. Mignon, non poteva che essere magnificamente all’altezza delle aspettative.