Dici Verdicchio e il pensiero vola subito allo splendido territorio marchigiano, segnato da dolci colline e dalla costante presenza dell’Adriatico. Il territorio è in prevalenza montuoso e collinare con una sottile fascia pianeggiante lungo la costa. L’Appennino Umbro-marchigiano riveste infatti una grande importanza per il mantenimento di un microclima particolarmente favorevole alla viticoltura, cui contribuisce in modo rilevante la costante ventilazione proveniente dal mare. I terreni sono per lo più calcarei e carsici (si pensi alle grotte di Frasassi) o composti da argille e marne unitamente a forti presenze di detriti alluvionali.
In questo territorio ha trovato la sua massima espressione il vitigno Verdicchio. Il suo nome è menzionato fin dal XVI secolo e deriva dal tipico colore verdolino dell’uva che ritroviamo poi nei riflessi del vino. Recenti studi hanno dimostrato che questo vitigno è geneticamente identico al Trebbiano di Soave o di Lugana o Turbiana coltivato nelle provincie di Verona e Brescia.
Il Verdicchio ha goduto in passato di una particolare fama dovuta ai grandi numeri prodotti e all’iconica bottiglia “ad anfora” lanciata da Fazi Battaglia nel 1953. Oggi la situazione sta evolvendo verso una progressiva affermazione di piccole cantine, per lo più a gestione familiare, dove si predilige la costante ricerca della qualità e della territorialità rispetto a una produzione di quantità. In particolare, il Verdicchio è diventato protagonista di questo piccolo rinascimento, in cui si è cercato di riscoprirne la chiara vocazione a vino di grande struttura, eleganza e longevità, capace di regalare qualità ed emozioni anche dopo diversi anni in cantina.
Il Verdicchio ha infatti tutte le carte in regola per essere un grande vino bianco, con un’ottima acidità e una notevole alcolicità, qualità che gli permettono di sviluppare nel corso del tempo caratteristiche organolettiche uniche. Sono due in particolare le denominazioni di pregio presenti nel territorio marchigiano:
CASTELLI DI JESI VERDICCHIO RISERVA DOCG
DOCG attiva dal 2011, è un vino ottenuto da uve Verdicchio per l’85%, più un 15% di altre uve a bacca bianca coltivate in regione. Almeno 18 i mesi di affinamento di cui 6 in bottiglia. È prodotto sulle colline attorno alla città di Jesi (AN), territorio unico che risente positivamente della ventilazione del vicino mare Adriatico.
VERDICCHIO DI MATELICA RISERVA DOCG
DOCG riconosciuta dal 2010, la composizione è la medesima dei Castelli di Jesi. Anche in questo caso sonoalmeno 18 i mesi di affinamento. Produzione limitata a pochi comuni tra le provincie di Macerata e Ancona (Matelica, Camerino, Fabriano…). A differenza di Jesi, siamo nell’interno della regione, a ridosso dell’appennino, in un territorio elevato, freddo e con forti escursioni termiche. Ciò favorisce la nascita di un vino molto strutturato, fine, fresco e con una predominanza acida e minore alcolicità, a differenza di Jesi che invece produce un Verdicchio più mediterraneo, salino e fruttato. Parimenti i terreni sono diversi, sabbiosi e argillosi a Jesi, mentre a Matelica domina il flysch (rocce sedimentarie stratificate con marne, argilla, arenaria). Da segnalare che il consorzio ha recentemente deciso di avviare l’iter per cambiare la propria denominazione. Verrà tolta la menzione “Verdicchio” e rimarrà solo Matelica DOCG, al fine di valorizzare l’originalità della denominazione e legarsi sempre più al territorio di cui questo vino è ambasciatore.
Alcune etichette per un primo approccio di qualità al vitigno:
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva ‘Cantico della Figura’ Andrea Felici 2017
Radicata sulle colline maceratesi e guidata con grande sapienza e cura da Leopardo Felici, questa piccola cantina familiare di circa 10 ettari è attiva dalla fine degli anni ’70 e produce una delle espressioni più iconica del Verdicchio di Jesi. Il “Cantico della Figura” è infatti un’etichetta ormai affermata e nota a livello nazionale e internazionale che fa della sua grande ricchezza e struttura il suo principale biglietto da visita. Il vino è prodotto unicamente in vasche di acciaio e cemento, affina per 12 mesi sulle fecce fini per conferirgli maggiore complessità, riposa successivamente per 24 mesi in bottiglia prima della commercializzazione. In particolare, il colore è di un bel giallo dorato mentre al naso si riconoscono sentori di grande complessità in particolare di frutta gialla matura, agrumi e sentori floreali e vegetali di macchia mediterranea davvero intesi e piacevoli, non ultimo a livello retro-olfattivo una nota dolce di crema. In bocca si presenta di grande corpo e carattere, un vino estremamente fresco e vivo, con sensazioni sapide e minerali in evidenza, chiudendo con una persistenza marcata che lascia la bocca profondamente pulita e appagata. Perfetto per l’abbinamento con formaggi (anche stagionati) e pesce, in particolare zuppe di pescato.
Verdicchio di Matelica Riserva ‘Mirum’ La Monacesca 2011
Azienda attiva dalla fine degli anni ’60, sorge a Matelica presso quello che fu un antico monastero benedettino (da cui il nome). Il titolare Aldo Cifola conduce la cantina con grande passione e attenzione alla tradizione. Nel corso degli anni ha saputo portare il verdicchio di Matelica a una delle sue massime espressioni, valorizzandone soprattutto l’eleganza e la longevità attraverso l’impiego per la maturazione e l’affinamento (sulle fecce fini) di sole vasche d’acciaio per la durata di 18 mesi. Anche se parliamo di un vino che ha ormai 9 anni sulle spalle, possiede ancora un colore vivo e brillante, al naso si succedono note minerali finissime, quasi di pietra focaia, cui seguono sentori agrumati (cedro e bergamotto), di frutta bianca matura e piacevoli note balsamiche/erbacee (camomilla soprattutto) nonché accenni di miele e mandorla amara, mentre in bocca è ancora dinamico, fresco e slanciato con una persistenza davvero notevole e pulita. Abbinamento perfetto con formaggi e salumi del territorio, ma anche con carni bianche e pesce.