In questo articolo descriveremo la flora e la fauna di tutte le province del Veneto, al fine di dare al lettore la possibilità di farsi un’idea chiara su ciò che lo aspetta visitando questi straordinari territori. Le sette province incrociano molte rotte migratorie di uccelli, alcune dei quali hanno trovato l’ambiente ideale per nidificare.
Il veneto è una regione conosciuta per la ricchezza faunistica, la quale si estende lungo direttrici che danno vita ad una sorprendente intersezione di acqua, aria e terra. In questi territori incrociano molte rotte migratorie degli uccelli, come nella zona del vicentino, e le piste di ritorno dei carnivori nei pressi di Belluno.
Nel Veneto esistono le strade che portano alle dune fossili del rovigotto o verso i siti di nidificazione del fenicottero nella laguna veneziana, caratteristiche che rendono questi ambienti unici e straordinari. I cacciatori hanno qui l’opportunità di entrare in contatto con una flora ed una fauna meravigliosa, come nella pianura veronese con la stanziale e l’avifauna delle zone umide, oppure osservare il volo dei rapaci nei Colli Euganei e del raro re di Quaglie nel trevigiano.
In questo articolo, il territorio veneto viene suddiviso in province, la fine di dare la possibilità al lettore di avere una panoramica completa degli itinerari venatori, anche attraverso la descrizione non solo della fauna selvatica, ma anche della flora.
Non descriveremo le specie cacciabili in queste province, ma preferiamo soffermarci sulle specie non cacciabili e sugli ambienti, i quali danno sono un importante segnale della conservazione dei territori veneti.
Iniziamo con Venezia
La caccia veneziana maggiormente tradizionale si esercita in prevalenza in laguna, poiché risulta essere la zona umida in Italia la quale ospita il maggior numero di uccelli acquatici, di cui solo una parte è possibile cacciare. Attraverso un censimento è stato calcolato che 70 specie diverse di volatili vivono qui, tra cui il fenicottero (Phoenicopterus roseus). La presenza e la nidificazione di questa specie (ovviamente non cacciabile) è considerato un importante segno di come l’ambiente vallivo sia ospitale per tutti gli uccelli. La presenza del fenicottero si è rinvigorita negli ultimi quindici anni, grazie anche alla nidificazione regolare nel delta del Po ferrarese, nella Salina di Comacchio, a partire dal 2000.
La provincia di Verona, da parte sua, cambia contorni e connotazioni a seconda dell’altitudine. Il gradiente della vegetazione del Monte Baldo né è la testimonianza. Oltre agli ambienti montani e pedemontani della Lessinia occorre citare uno dei laghi più belli del mondo, il Lago di Garda. Nei pressi dello stesso il cacciatore spazierà con lo sguardo sulle campagne ricche di ambienti preziosi per la fauna, cacciabile o meno.
Il Lago di Garda, le risaie di Isola della Scala, il fiume Adige e le Valli grandi Veronesi disegnano, infatti, un ecosistema in perfetto equilibrio da salvaguardare. Le consistenti specie vegetali che vi crescono rappresentano una fonte alimentare per numerosi animali come insetti, anfibi, pesci e molluschi, piccoli mammiferi e soprattutto uccelli.
Tra questi l’Airone cenerino, la Garzetta, il Cigno reale, lo Svasso maggiore ed il Martin pescatore.
La provincia di Vicenza offre, in ambito venatorio, la propria fascia pedemontana, molto ricca dal punto di vista ambientale. E’ in questi luoghi, infatti, che si incrociano i percorsi migratori di alcune specie di volatili oggetto di caccia, i quali godono della particolare orografia e delle quote relativamente basse. Poco distante da Vicenza si trova l’Oasi degli stagni di Casale, dove è opera una stazione di inanellamento di uccelli, la quale da un importante contributo alla codifica delle “vie d’aria” che passano sui nostri cieli.
L’attività venatoria nella provincia di Padova si esercita in tutta la zona pianeggiante, escluse, ovviamente, le aree protette, come il Parco regionale dei Colli Euganei, dove la caccia la caccia non è consentita. Questi rilievi sono il punto di riferimento insostituibile nelle rotte migratorie che percorrono i rapaci veleggiatori, sia in autunno che in primavera: fra questi anche il Gheppio, il Falco di palude e l’Albanella minore.
Anche il territorio della provincia di Treviso consiste in ambienti assai differenti. Non solo ci sono montagne e colline, ma anche ambienti umidi delle risorgive e dei fiumi. In particolare, il fiume Piave e le zone ad esso limitrofe, consistono in area collinare ricca di vigneti e di prati assolati, dove trova l’ambiente ideale il raro Re di Quaglie, un migratore che nidifica in luoghi prativi a quote comprese tra la pianura ed i 1200 metri. La presenza di questo uccello nel territorio veneto, e in particolare in quello trevigiano, ha una particolare valenza in relazione soprattutto al notevole declino che invece sta subendo nei paesi più industrializzati dell’Europa Occidentale.
Il territorio della provincia di Rovigo non consiste solo nel Delta del Po e nelle ampie distese agricole. Qui è infatti possibile incontrare anche rare formazioni prodotte in passato: le dune fossili. Quest’ultime testimoniano le antiche linee di costa: la pianura padana procede verso la costa croata attraverso l’apporto di sedimenti da parte dei fiumi. In particolare, le dune fossili del territorio rodigino provano l’esistenza storica di ambienti simili a quelli delle dune stabili, oggi adiacenti del mare. Le più vicine al mare si trovano a Rosolina, San Basilio e Grillara, ambienti noti per la biodiversità.
Infine, il territorio alpino bellunese ha conosciuto, negli anni, notevoli cambiamenti ambientali: ne sono una prova l’allontanamento dei prati e dei pascoli e l’avanzamento dei boschi. Nonostante tutto rimane un territorio esclusivo per ricchezza di ambienti silvo-pastorali. Una ricchezza ottenuta da un’attività venatoria tradizionalmente organizzata in Riserve alpine, la quale ha favorito l’aumento progressivo delle tipiche popolazioni selvatiche a partire dagli ungulati.
In conclusione, la Regione Veneto offre una vasta scelta di territori dove cacciare, dando la possibilità al cacciatore di godere di immagini e panorami molto suggestivi. Tutto ciò è stato possibile ottenerlo grazie alla sapiente conservazione della flora e della fauna da parte dei veneti, i quali hanno capito l’importanza di una corretta gestione delle ricchezze naturali.
Invitiamo inoltre il lettore a documentarsi sull’attività venatoria che può essere esercitata in queste province, consultando il sito della Regione Veneto e la legge dell’11 febbraio 1992, n. 157.