L’anticipo della chiusura della caccia ad alcune specie in Abruzzo, decisione presa dalla Regione, ha scontentato le associazioni venatorie, Italcaccia in primis. La sezione provinciale di Pescara ha deciso di commentare la situazione, contestando la scelta che rischia di far commettere azioni scorrette. Ecco cosa si può leggere nella nota del presidente Gabriele Ermesino: “Con il provvedimento è stato disposto di chiudere anticipatamente la caccia alla beccaccia e limitare il prelievo del selvatico in 4 giornate ben precise. Un intervento che secondo la stessa Regione ed ISPRA, è stato necessario adottare al fine di garantire che la suddetta specie, durante il periodo della riproduzione, non venga cacciata e non subisca le maggiori pressioni venatorie nel periodo, considerato più favorevole.
L’ISPRA espone che sarebbe preferibile il prelievo della succitata specie in 4 giorni ma non fissa e stabilisce delle regole ben precise. Inoltre bisogna tener presente che così facendo la pressione venatoria, sulla specie beccaccia, aumenta e non diminuisce poiché molti cacciatori si concentreranno in grande massa soprattutto in quei giorni in cui la specie potrà essere cacciata. Altra nota negativa e fortemente in contrasto con quanto espresso dai competenti organi istituzionali, è che la beccaccia è cacciabile nelle regioni limitrofe fino alla data del 31 gennaio. Allora bisogna chiedersi come mai, solo in Abruzzo bisogna adeguarsi a determinate regole?
Proprio qui in Abruzzo, succede questo ed altro, in una regione ormai considerata il polmone verde dell’Italia e dove ogni anno ci si trova a combattere per avere un calendario venatorio dignitoso o almeno pari a quello delle regioni limitrofe. L’Italcaccia si è sempre mostrata vicino alle problematiche legate alla migratoria, tanto che più volte, in sede di consulta regionale, ha espresso l’idea di limitare la caccia alla beccaccia nel mese di gennaio a 3 giornate fisse a settimana con il prelievo di un capo max al giorno e comunque fino al 31 Gennaio.
Altra nota fondamentale è stata giocata dal clima che, purtroppo quest’anno, nei periodi maggior affluenza della specie, non ha consentito la caccia alla stessa. La chiusura anticipata alla beccaccia, potrebbe ancor di più inasprire il buon senso di ogni cacciatore costringendolo, così, a trasgredire le attuali disposizioni, in quanto incentivato dal fatto che nelle regioni limitrofe la caccia alla stessa specie è consentita fino al 31 Gennaio. La Regione Abruzzo avrebbe potuto valutare molti aspetti, prima di prendere tali decisioni in merito; così facendo ha denigrato la categoria cacciatori lanciando un chiaro segnale che è quello di essere contro quella passione che lega molti cacciatori nel pieno rispetto delle regole“.