I cacciatori dell’Isola d’Elba hanno alzato la voce per far sentire la loro opinione in merito al piano di abbattimento del muflone, evidenziando le differenze tra quello che accade all’interno del parco e il territorio esterno. Secondo Alessandro Fulcheris, portavoce dell’Associazione Nazionale Libera Caccia, si tratta di una mancanza di rispetto, senza dimenticare il silenzio a venti giorni da quella che sarebbe dovuta essere la giornata venatoria d’apertura.
Il piano di abbattimento non è ancora stato approvato e non si possono ancora individuare le responsabilità di questa situazione (Regione o ISPRA). In questo modo i cacciatori isolani vengono danneggiati, in quanto hanno pagato le tasse e l’ATC. Nel parco sono già cominciati gli abbattimenti e per Libera Caccia il problema consisterebbe nell’ostilità nei confronti del mondo venatorio, il quale dovrebbe e potrebbe essere un valido supporto per risolvere il problema dei cinghiali e mufloni in eccesso.
All’interno del parco, area protetta, i cacciatori non possono essere coinvolti e si realizzano solamente interventi di controllo. L’associazione ha chiesto che si eliminino le barriere ideologiche che frenano la caccia, facendo diventare l’Isola d’Elba un parco in cui l’attività venatoria è utile per il riequilibrio delle popolazioni naturali e il benessere dei residenti.