Sono stati assolti con formula piena perchè il fatto non sussiste quattro cacciatori elbani che erano stati rinviati a giudizio per danneggiamento e minacce a seguito di una denuncia presentata da una persona di Lacona in relazione ad alcuni episodi avvenuti mentre stavano recuperando i loro cani nell’ambito di una battuta di caccia al cinghiale con il sistema della braccata. Battuta che si stava svolgendo nella soprastante zona di Monte Orello da dove gli animali si erano allontanati finendo in prossimità di alcune abitazioni laconesi.
A renderlo noto è la sezione comunale di Portoferraio della Federazione Italiana della Caccia (Fidc). “I reati ascritti ai cacciatori a seguito delle denunce – dice il responsabile della sezione Carlo Simoni – andavano dalle minacce al danneggiamento, tutti fatti che il tribunale ha invece sentenziato non furono commessi perchè mai sussistiti. I cacciatori solo perchè svolgono questa attività, per la quale pagano peraltro ingenti tasse regionali, sono spesso oggetto di accuse e pregiudizi a prescindere dalle loro condotte.
Sono inoltre visti come soggetti indesiderati e uccisori indiscriminati di animali e spesso messi alla gogna dall’opinione pubblica del tutto ingiustificatamente. I cacciatori accusati hanno fatto valere i loro diritti in giudizio ed il tribunale ha dato loro ragione“. I fatti al centro del processo conclusosi nei giorni scorsi erano avvenuti nel 2016 (Il Telegrafo Livorno).