Abbiamo seguito in questi giorni l’escalation di articoli e dichiarazioni susseguitesi dopo la richiesta del sindaco Barbi di abolire l’area vocata per la caccia al CINGHIALE, e quindi far cessare la caccia in braccata delle squadre. Consapevoli di quale sia il problema ungulati, abbiamo letto con stupore le varie dichiarazioni, che denotano una chiara mancanza di concretezza e di visione di quella che è attualmente la gestione cinghiale e muflone nell’Isola d’Elba. Alcuni articoli denotano una volontà di criminalizzare la nostra categoria e mentono sapendo di mentire.
Facciamo chiarezza, giustamente si dice che ci sono troppi cinghiali e la soluzione, secondo voi, è quella di abolire il sistema che più di tutti gli altri consente di contenere il numero di cinghiali? Dati alla mano, all’Isola d’Elba, come in tutta Italia, la caccia in braccata è quella che abbatte più cinghiali. Togliendo l’area vocata, si toglierebbe la braccata, e questo per voi è la soluzione? Verrebbe spontaneo chiedere al Sindaco Barbi lui concretamente, oltre che a lamentarsi, cosa abbia fatto, quanti cinghiali abbia tolto dal suolo Elbano. I cacciatori lo scorso anno ne hanno tolti quasi 400, anche il peggior Tecnico Faunistico esistente sulla terra gli avrebbe potuto dire che altrimenti quei cinghiali quest’estate si sarebbero potuti trasformare in almeno 1000 capi.
Parliamoci chiaro il problema è come viene gestito il Parco Nazionale, chissà perché il Sindaco Barbi, il cui territorio comunale ricade nella quasi totalità al suo interno, non si è posto la domanda come mai lì ci sono troppi cinghiali. La risposta è semplice, lì non c’è pressione venatoria. Certo noi sappiamo benissimo che le cause dell’aumento dei cinghiali sono molteplici, vanno dalla diminuzione del numero di cacciatori, all’antropizzazione di questo ungulato, basta vedere cosa accade a Roma, alla mancanza di una seria e vera gestione del Parco.
Signori miei il cinghiale non si eradica dall’Isola con le parole ci vuole chi prima di tutto metta a disposizione il suo tempo, la sua competenza e conoscenza, i suoi cani per stanarlo dal bosco ed infine chi prema il grilletto. Anche le catture che in questi anni si sono susseguite sul territorio elbano hanno dimostrato che non riescono a risolvere il problema, oltre ad essere molto costose. Se le amministrazioni comunali decidono di sedersi intorno ad un tavolo con tutte le varie categorie portatrici di interesse, l’Associazione Libera Caccia è ben disponibile a dare il proprio contributo per cercare di risolvere la situazione, ma con fatti concreti, non con utopistiche dichiarazioni.
Vorrei rammentare al sindaco Barbi;che 100 cinghiali in un territorio NON cacciato;in TRE ANNI DIVENTANO 850!!!