Tre guardie venatorie che fanno parte della LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di falso materiale. La notizia è stata riportata da Ildispariquotidiano.it ed è avvenuta a Ischia. Queste guardie hanno fermato un cacciatore che è risultato perfettamente in regola, ma poi nel verbale è stato compilato un verbale in cui la sigla dello stesso cacciatore e l’orario sono stati modificati per giustificare la sanzione. Il falso ideologico e l’abuso d’ufficio non sono stati contestati come previsto inizialmente nella denuncia.
In pratica, i tre hanno accusato questa persona di essere andata a caccia in un giorno e in un orario vietati, circostanze entrambe false. La denuncia del cacciatore si era resa necessaria alcuni anni fa, quanto i fatti si sono realmente verificati, ora ci sarà il processo vero e proprio. Nel 2011 il cacciatore stava tornando a casa dopo un pomeriggio di caccia in località Fango in Casamicciola e in quell’occasione aveva incontrato gli agenti venatori della LIPU. Tra l’altro, l’uomo aveva anche il fucile scarico.
Le guardie stavano controllando un altro cacciatore e intimarono all’uomo accusato di attendere il suo turno. L’attesa aveva fatto sforare l’orario dell’identificazione, visto che i rappresentanti della Lega avrebbero dovuto scrivere nel verbale l’orario di inizio della compilazione, non quello finale. I falsi del verbale sono stati due, vale a dire quello dell’istante del controllo e quello della sigla apocrifa modificata (considerato ancora più grave).
Spero che il presidente provinciale dell’associazione venatoria del cacciatore, faccia un esposto alla procura della Repubblica, chiedendo inoltre che venga disposta la revoca del decreto alle tre guardie della LIPU.