Semiautomatico Beccaccia De Luxe: Avventurarsi oggi sulla strada dei semiautomatici richiede una consistente dose di capacità e determinazione, specie quando si ha il puntiglio di porre ben in evidenza quel tricolore e quella dicitura Made in Italy, con i suoi costi certo, ma con le sue garanzie.
di Emanuele Tabasso
Nata non da molto tempo la Iron Armi ha puntato sui semiautomatici a canna liscia per l’ingresso sul mercato: un’occhiata alle sedi, quella legale presso Perugia, quella operativa a Flero presso Brescia, richiama alla mente un raffinato armaiolo dei decenni passati, originario del capoluogo umbro dov’era nata e si era sviluppata la sua attività, trasferita poi nel bresciano. Oggi il semiautomatico di Terzilio Belladonna costituisce un pezzo ambito delle collezioni a tema: pensiamo sia di buon auspicio apparentare idealmente le due situazioni.
Rivenendo al presente della Iron Armi segnaliamo che il modello Beccaccia De Luxe, nelle due versioni Nikel Gold e Nikel Black differenziati nelle scritte, nel logo e nei fregi riportati sui fianchi del castello, rappresentano il vertice stilistico aziendale. Un primo colpo d’occhio permette di cogliere una buona classe nel disegno dove linee tradizionali si sposano a quelle ricercatezze create dai piccoli perfezionismi tesi a qualificare e personalizzare il fucile. Sono disponibili i tre calibri più in auge come il 12/76, il 20/76 e il 28/70, quest’ultimo una vera pregevolezza per una fascia di clientela in ampliamento che ha scoperto il divertimento connesso al piccolo calibro fatto di un maggiore impegno nel calcolo delle distanze e nel piazzamento delle rosate sul bersaglio. Nel castello in lega leggera si notano per il Gold i fianchi spianati con pregevole effetto ottico grazie all’alternanza di lucidatura e sabbiatura fine della superficie tratta a Rutenio con il riporto di beccacce dorate mentre nella versione Black spiccano le scritte e i marchi in nero. Per entrambi sulla destra si apprezzano le bisellature marcate nella finestra di espulsione e nel vano di scorrimento della manetta di armamento. Ai raccordi ad angolo smussato con la parte inferiore si abbina l’elegante bombatura della calotta superiore con le quattro unghiature di aggancio per mire optoelettroniche. La morbidezza della curva di raccordo con l’innesto del calcio riprende consolidate soluzioni americane di gradimento internazionale. Nella porzione anteriore, all’innesto della canna e della giunzione con l’asta, una bordatura nera incavata accoglie il legno in una superficie più consona a evitare fessurazioni.
Il gruppo di scatto stampato in polimero è fissato al castello con due spine elastiche passanti: comodo intervenire per la pulizia dei meccanismi interni. Elegante l’ovale della guardia con il pulsante della sicura inserito nel rebbio posteriore e il grilletto con superficie dorata antiossidante. La canna forata da tondino di acciaio al carbonio viene poi rettificata per portarla alle dimensioni volute: la filettatura all’interno della volata accoglie i cinque strozzatore mobili (da * a *****) in dotazione e ne sono previsti altri due a richiesta del tipo esterno/interno. La corretta finitura superficiale esalta la brunitura omogenea; si notano poi la bindella ventilata a ponticelli lunghi e con rullatura antiriflesso sul cui apice spicca il mirino in fibra ottica rossa. Diverse le opzioni per la lunghezza della canna che parte da un minimale 51 cm della slug, ottenibile con sovrapprezzo nel 12 e 20, salendo a 61, 66, 71, 76 cm con alcune limitazioni secondo i calibri.
Il meccanismo di ripetizione si avvale dell’affidabile sistema a presa di gas con la campana saldata sotto alla canna e il pistone autopulente fissato all’asta di rinvio collegata al carrello otturatore dove è incastrato il rampone di chiusura: nel calibro 28 si nota una leggera variazione nel disegno di questo particolare in funzione della diversità di pressione in gioco. La prima parte del moto retrogrado svincola il rampone dalla mortisa ricavata nel cielo dell’estensione di culatta della canna dando inizio al movimento di tutto il complesso di otturazione. L’unghia dell’estrattore, incassata con la propria molla nella faccia, mantiene agganciato il bossolo che, quasi a fondo corsa, viene espulso dal dente elastico sporgente dalla parete sinistra del castello. La molla di recupero, alloggiata nell’asta attorno al serbatoio tubolare delle cartucce, rimanda in chiusura l’otturatore che preleva l’eventuale nuova carica presentata dalla cucchiaia elevatrice. Se il sistema richiede una certa pulizia periodica non di meno si rivela fluido con un rinculo stemperato in un tempo maggiore, quindi con meno affaticamento del tiratore. Per il serbatoio segnaliamo che sono previste prolunghe con molle maggiorate per portare a 8, 9 e 10 i colpi disponibili per i calibri 28, 20 e 12.
La calciatura in due pezzi viene ricavata da noce selezionato dandole forme tradizionali con particolare attenzione al dorso di conveniente spessore per un comodo appoggio della guancia, all’impugnatura a pistola con forma scampanata dove ogni mano possa esercitare convenientemente la presa, all’asta prismatica dai raccordati arrotondati, giustamente ampia per contenere i componenti della presa di gas: la presa è sicura e il brandeggio ben controllabile. Il legno è trattato con vernice a olio e lo zigrino ha un disegno particolare. Adeguati gli accessori come la comoda manetta di armamento priva di spigoli, il tappo rigato di chiusura, il calciolo in sintetico nero e la serie di piastrine per variare la piega del calcio. Da aggiungere che per 12 e 20 è disponibile la versione mancina. Ancora entro giusti limiti i pesi che segnano 3100, 2850 e 2750 g nei rispettivi calibri e favorevole la garanzia di due anni per le parti meccaniche di questi nuovi fucili che meritano senz’altro l’attenzione degli appassionati.