A Quattro Castella (provincia di Reggio Emilia) una battuta programmata di caccia al cinghiale è stata interrotta a causa dell’irruzione di cinque ambientalisti che hanno impedito ai cacciatori di intervenire. L’attività era stata fissata per ridurre la popolazione degli ungulati: gli attivisti sono stati comunque fermati e denunciati a piede libero. Il Coordinamento dell’Ambito Territoriale di Caccia ha fatto sapere come gli agricoltori non saranno affatto contenti di quanto accaduto, anche perchè non è certo che gli interventi possano proseguire.
Il contenimento dei cinghiali vede coinvolti i cacciatori e gli agenti della Polizia Provinciale. In questo caso si era deciso di intervenire nell’oasi LIPU con circa 40 persone, ma il presidio degli animalisti ha preceduto doppiette e poliziotti. I responsabili dell’irruzione si sono poi dati alla fuga che è però durata poco in quanto sono stati rintracciati all’interno dell’area. Il blitz ha comunque impedito lo svolgimento della battuta, nonostante ci fosse una ordinanza comunale.
L’oasi è preclusa alla caccia, ma ha dato rifugio a 200 selvatici che poi di notte vanno alla ricerca di cibo devastando le colture agricole. I danni ammontano a diverse decine di migliaia di euro: lo scorso 9 marzo sono stati abbattuti nove esemplari, ma ovviamente non bastano, anche perchè l’obiettivo era prelevarne almeno 20. Gli attivisti, provenienti anche da Lombardia e Piemonte, dovranno rispondere di interruzione di pubblico servizio.