Maria Cristina Caretta, deputato di Fratelli d’Italia e presidente dell’associazione venatoria CONFAVI, ha presentato una interrogazione al Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che riguarda il porto d’armi. In particolare, si cerca di capire quali siano le condizioni che impediscono il rinnovo e rilascio in caso di riabilitazione. Caretta ha chiesto al titolare del Viminale di chiarire come venga applicato l’articolo 43 del TULPS (Testo Unico della Legge di Pubblica Sicurezza). La riabilitazione dal punto di vista penale è un requisito che cancella l’ostatività automatica per la licenza.
Ecco perchè l’interrogazione mira al mantenimento o ottenimento del documento da parte dei riabilitati. L’onorevole non riesce a capire il motivo per cui non ci sia la pienezza dei diritti garantiti a ogni cittadino, visto che il debito con la giustizia viene praticamente azzerato. La licenza di porto di fucile a uso caccia e sportivo può registrare un no per la presenza di condizioni ostative in assenza della buona condotta o inaffidabilità per quel che concerne l’uso delle armi.
Diverse sentenze hanno specificato come comportarsi in situazioni del genere, con le condanne per reati ostativi che possono essere giudicate in maniera discrezionale e non vincolante. Ora si attende la replica di Salvini, da sempre vicino alle posizioni dei possessori di armi.