Come reso noto dalla Federcaccia provinciale di Bergamo, l’ordinanza dello scorso 3 marzo che aveva istituito una serie di zone di protezione e sorveglianza per evitare che il virus dell’influenza aviaria si diffondesse non è più valida, dunque i divieti imposti sono stati revocati. La zona di protezione, il cui raggio era di 3 chilometri dal focolaio, comprendeva diversi territori del Bergamasco. Nel dettaglio si tratta dei seguenti comuni: Martinengo, Romano di Lombardia a nord della ferrovia, Morengo a est della Strada Statale 591, Cologno al Serio a est della stessa strada, Ghisalba a sud di Via Mornico.
Per quel che riguarda la zona di sorveglianza, invece, il raggio era pari a 10 chilometri. L’elenco era molto più ampio: Urgnano, Ghisalba a nord di Via Mornico , Mornico al Serio, Palosco, Cividate al Piano, Cortenuova, Covo, Calcio, Fara Olivana con Sola, Isso, Barbata, Antegnate, Bariano, Fornovo San Giovanni, Mozzanica, Caravaggio a nord della SP185 (strada Rivoltana), Brignano Gera d’Adda, Castelrozzone, Pagazzano, Lurano, Arcene a est della SS42, Pognano, Spirano, Verdello a est della SS42, Comunuovo, Zanica, Grassobio a sud della tangenziale sud, Seriate a sud dell’autoutostrada A4, Bolgare a sud dell’autostrada A4, Bagnatica a sud dell’autostrada A4, Telgate, Costa di Mezzate a sud dell’autostrada A4, Calcinate, Cavernago, Romano di Lombardia a sud della ferrovia, Morengo a ovest della SS591, Cologno al Serio a ovest della SS591.
I 21 e 30 giorni minimi per le due zone sono trascorsi dalla pulizia e dalla disinfezione nell’allevamento in cui è stato riscontrato il focolaio, quindi i divieti non hanno più senso di esistere, come anche le limitazioni imposte all’immissione e introduzione di selvaggina cacciabile.