Con disposizione del 4 novembre 2020 (Allegato A) il Ministero della Salute ha vietato nelle zone ad alto rischio A e B l’uso dei richiami vivi appartenenti agli ordini degli Anseriformi e Caradriformi fino a nuova disposizione. Le zone ad alto rischio A e B sono descritte nell’allegato B, in cui vi è anche l’elenco dei comuni interessati. Il provvedimento non coinvolge quindi tutto il territorio nazionale, ma solo alcune aree, che però sono tutte a fortissimo interesse per la caccia agli uccelli acquatici, e molte di queste sono inoltre situate in regioni a colore “giallo” per la situazione COVID-19, quindi in esse la caccia continua regolarmente anche in questo periodo.
Federcaccia e la settoriale ACMA hanno da sempre collaborato con le Istituzioni per il problema aviaria, attraverso un intenso colloquio protratto nel tempo e organizzazione dei tamponi su uccelli abbattuti e richiami, ma oggi il provvedimento del Ministero ci lascia decisamente sorpresi. Non vi è nessun caso in Italia, ma solo alcuni in Olanda e Germania, aree situate sulla via di migrazione Nord Europea e Atlantica, per cui l’arrivo di migratori da queste zone è oltremodo improbabile, visto che in Italia giungono uccelli acquatici in modo principale dalle aree orientali e balcaniche.
Ci risulta attivo da mesi il monitoraggio di anatidi vivi e morti nella Laguna di Venezia e nel Delta del Po, i cui risultati sono evidentemente negativi per il virus, non essendoci traccia di questi dati nel provvedimento. La decisione appare quindi quantomeno forzata rispetto all’attuale quadro epidemiologico. Federcaccia ha già preso contatti con la Direzione del Ministero che si occupa del problema per una costruttiva discussione e per analizzare le possibili soluzioni a breve termine.