Incidenti di Caccia: gli anticaccia denunciano “tredici morti in un mese di caccia” e in un appello al Ministro dell’Interno chiedono “norme più severe”; gli ambientalisti dipingono un quadro da far west.
La denuncia arriva dall’Associazione Vittime della Caccia che, dopo poco più di un mese dall’apertura ufficiale della Stagione Venatoria, fa un triste bilancio contando tredici persone rimaste uccise e trentatre ferite a causa di incidenti di caccia. Al coro anticaccia si è associato l’Ente Nazionale Protezione Animali che, in considerazione dell’entità degli incidenti avvenuti durante l’esercizio dell’attività venatoria, rivolge al Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, un appello urgente chiedendo che venga fatto il possibile per evitare che accadano simili incidenti intensificando i controlli specifici su tutto il Territorio Nazionale adottando inoltre misure ancor più rigorose.
Il presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, ha così commentato la questione, “È inaccettabile che molte persone continuino a morire o, nei casi migliori, a rimanere gravemente ferite, a causa di errori dei cacciatori, ovvero di coloro che maneggiano le armi per divertimento”.
Proseguendo il presidente dell’Enpa volge un appello urgente al Ministro Cancellieri, “Chiediamo misure più severe e restrittive, introducendo ad esempio per tutti coloro che esercitano la caccia l’obbligo di idoneità psicofisica da rinnovare ogni anno. Anche in considerazione del fatto che molti cacciatori sono ultrasettantenni e che alcuni incidenti avvengono tra le mura domestiche proprio per dimenticanze e distrazioni nella custodia dell’arma”.
Continuando la Ronchi chiede al Ministro “di far luce sull’inadeguatezza delle armi utilizzate, che hanno un gittata di gran lunga superiore alle distanze di sicurezza previste per le case per le strade, e di intensificare i controlli”.
Infine il presidente dell’Enpa conclude affermando “Siamo certi che queste nostre richieste non rimarranno inascoltate e che il Ministro Cancellieri, di cui apprezziamo il senso di responsabilità, sappia intervenire con fermezza raccogliendo un appello condiviso da tutti i cittadini italiani che vogliono e hanno il pieno diritto di vivere in sicurezza”.
Il quadro dipinto dalle associazioni ambientaliste lascia adito ad immaginare una situazione da Far West dove in ogni campagna, bosco e addirittura tra le case ci sia un cattivo cacciatore pronto a sparare a qualsiasi cosa si muova, parlando addirittura di “persone spaventate a causa degli spari e costrette a barricarsi in casa per il reale rischio di rimanere vittime dei fucili”.
Prendendo atto del triste bilancio di vittimedi incidenti di caccia ed esprimendo profondo rammarico per sia le vittime che per le loro famiglie dobbiamo però precisare che non si può fare del facile allarmismo pur di portare avanti il principio del “Contro la caccia per forza, sempre e comunque!”.
Raschiando infatti gli appariscenti ed allarmistici colori anticaccia vedremmo che sulla tela il quadro originale è un po’ diverso: si scopre così che i cacciatori, quelli veri, non sono persone esaltate che imbracciando un fucile sono pronti a sparare a qualsiasi cosa si muova, ma sono attenti osservatori della natura e amano starci a contatto curando i luoghi che frequentano molto più di quanto non facciano le Istituzioni e gli stessi ambientalisti.
Si scopre che ai veri cacciatori non interessa il carniere ma la semplice uscita con gli amici e con il proprio cane, anche solo per farlo scorrazzare in mezzo alla campagna o in un bosco facendogli fare quello per cui è portato da sempre e che gli viene più congeniale: Cacciare!
Si scopre che i veri cacciatori maneggiano le armi secondo le regole stabilite dalla legge e secondo le regole del buon senso; non si sognerebbero certamente di avvicinarsi alle case per cacciare, tantomeno di sparare verso un compagno vicino o verso strade e abitazioni; c’è da aggiungere che le Associazioni Venatorie, di concerto con le Amministrazioni locali ogni anno si attivano per campagne informative volte a sensibilizzare e diffondere maggiormente la cultura della sicurezza nella Caccia.
Gli incidenti sono tali per definizione e possono capitare in qualsiasi situazione della vita quotidiana; si può cadere da un’impalcatura, cadere dalle scale, fare un incidente in moto o in auto, e tutto ciò nonostante si faccia il possibile per prevenire ogni situazione di pericolo.
Gli incidenti con morti e feriti sulle strade italiane si contano a migliaia ogni anno, come anche gli incidenti sul lavoro o quelli domestici ma non per questo si vieta a tutti i cittadini di circolare in auto o si vieta ad un operaio di fare il proprio lavoro e neanche lo Stato si sognerebbe mai di vietare ad una persona di uscire di casa per evitare incidenti.
D’altronde non possiamo che essere d’accordo con la necessità di effettuare più accurati controlli per il rilascio delle licenze di porto d’armi al fine di evitare che persone, purtroppo non più in possesso dei necessari requisiti psicofisici per qualsivoglia motivo (non per forza gli anziani devono essere considerati a priori persone incapaci e prive dei predetti requisiti), possano aggirarsi per le nostre campagne e i nostri boschi con un’arma che nelle loro mani potrebbe facilmente divenire più pericolosa di quanto già non lo sia per definizione.
22 ottobre 2012
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