Il Tribunale di Ascoli Piceno si è occupato di un caso piuttosto singolare che ha visto coinvolti due fratelli e la montagna dell’Arquatano come sfondo. Un uomo è stato incastrato dalle immagini di una fototrappola che lo hanno inquadrato in una zona in cui era vietato il transito ai non residenti e autorizzati. Inoltre, la segnaletica dell’area indicava anche il divieto di caccia.
Le fototrappole si sono rese necessarie a causa della puntuale rimozione dei cartelli, uno stratagemma che permetteva ai trasgressori di evitare sanzioni dichiarando di non avere visto alcuna segnaletica e di non essere dunque al corrente dei divieti. Le guardie forestali hanno esaminato le immagini, fermando subito dopo un’auto in cui erano presenti tre persone, tra cui due gemelli. Uno dei fratelli è stato accusato di essere entrato nella zona interdetta e nei suoi confronti è scattato l’illecito amministrativo.
A processo, però, è finito l’altro gemello, accusato di danneggiamento per la rimozione del segnale di divieto. Nel corso dell’udienza è emerso il pasticcio e il cacciatore è riuscito a scongiurare la condanna: il giudice ha riconosciuto la non colpevolezza dell’uomo per non aver commesso il fatto, come richiesto dal legale dell’imputato.