Come reso noto dall’assessore alla Caccia della Regione Umbria, Fernanda Cecchini, per arginare i danni che i cinghiali causano alle colture agricole, per tutto il periodo dei raccolti estivi gli agricoltori possono intervenire direttamente appena 12 ore dopo la comunicazione della situazione di emergenza. Una misura che rende più efficace l’azione di contenimento, cui contribuiscono i tre mesi di apertura della caccia alla specie durante la stagione venatoria.
Abbiamo a cuore la salvaguardia delle produzioni agricole umbre e le sollecitazioni giunte all’Assessorato da più parti, organizzazioni agricole, singoli coltivatori e cittadini, circa la necessità di intervenire a causa della sovrapopolazione di specie dannose, in particolare dei cinghiali, non sono certo cadute nel vuoto. Non solo: dalle misure straordinarie del 2017, siamo passati quest’anno a quelle sistematiche, nel rispetto degli impegni assunti con il mondo agricolo, consentendo interventi più tempestivi in caso di danneggiamenti in atto.
La Giunta regionale, infatti, ha modificato il regolamento di attuazione della legge regionale in materia di prevenzione dei danni e gestione e controllo della fauna selvatica e inselvatichita e, applicando quanto previsto nella modifica adottata nel giugno scorso, ha approvato nella riunione di lunedì la delibera che riduce da 48 ore a 12 ore il termine previsto per l’attivazione degli interventi di urgenza da parte dei proprietari o dei conduttori dei fondi agricoli in cui i cinghiali stiano danneggiando le colture.
Per gli interventi programmati e di urgenza anche nelle ore notturne sia sufficiente la presenza di un solo addetto alla vigilanza. Misure che hanno carattere di eccezionalità ed urgenza e che saranno efficaci fino al 30 settembre prossimo anche in considerazione del fatto che la presenza eccessiva dei cinghiali potrà essere contenuta con l’apertura della stagione venatoria 2018/2019 che fissa dal 6 ottobre al 6 gennaio il periodo di prelievo per la specie.