Da una settimana si è aperta la stagione venatoria 2018-2019 in tutto il territorio nazionale. Una situazione che non preannuncia nulla di buono è quella della provincia di Reggio Emilia. In diverse zone del nostro paese si sta registrando un calo dei cacciatori e il Reggiano non fa eccezione. Come reso noto da Roberto Pagani, numero uno dell’Ambito Territoriale di Caccia “Montagna”, bisogna invertire al più presto la tendenza altrimenti si rischiano poche migliaia di doppiette in tutta Italia tra dieci o quindici anni.
Ma qual è il trend di Reggio Emilia? Lo stesso ATC ha reso nota una diminuzione dei tesserati pari al 23% nel periodo compreso tra il 2010 e il 2015. Questo vuol dire che ogni anno c’è stato un calo di circa il 5%. Otto anni fa i cacciatori reggiani erano poco meno di 4600, mentre tre anni fa sono diventati circa 3500. Il declino, poi, non sembra voler fermarsi in tempi brevi. Un andamento costante del trend porterebbe ad azzerare il numero entro il 2025.
Tra l’altro nella stagione venatoria 205-2016 solamente il 4% dei tesserati poteva considerarsi giovane, vale a dire di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Le nuove generazioni non stanno dando il giusto ricambio e occorre tenere in considerazione anche il fattore dei costi da sostenere. Pagani ha persino ipotizzato la modifica del nome, non più “cacciatore” ma “operatore ecologico venatorio” per affrontare meglio i detrattori.