La sezione regionale del Piemonte dell’Associazione Nazionale Libera Caccia ha commentato la decisione della Regione di rimettere in sesto i limiti per l’ammissione dei cosiddetti “cacciatori foranei” negli Ambiti Territoriali di Caccia e nei Comprensori Alpini. Il mondo venatorio è preoccupato per questa scelta e Libera Caccia ritiene comunque congruo il limite pari al 5% del totale dei cacciatori ammissibili (con deroghe fino al 10%) in determinate situazioni.
Il problema è rappresentato dal fatto che il Piemonte ha creato un quadro diverso a seconda delle varie zone, il che rende molto complessa la situazione, quindi sono tanti i cacciatori che vengono scontentati. L’associazione venatoria ha ricordato come i limiti fossero presenti già qualche anno fa, senza dimenticare che altre regioni del nostro paese regolamentano l’accesso ai foranei nei loro territori tramite accordi con quelle confinanti. L’obiettivo è quello di riequilibrare nel miglior modo possibile la pressione venatoria. Un’altra necessità da non dimenticare è quella della salvaguardia delle ricchezze faunistiche e della selvaggina di montagna o zone umide.
Libera Caccia è favorevole ad ammettere più persone per la caccia a determinate specie, ungulati in primis, ma allo stesso tempo pretende il mantenimento di limiti severi all’ingresso per le specifiche forme di prelievo venatorio che sono già sottoposte a regole stringenti o piani limitati. Il legame tra cacciatore e il territorio di cui fa parte è una prerogativa irrinunciabile.