Nella prossima stagione di caccia, nelle zone liguri non soggette alle restrizioni per la peste suina, si potranno abbattere fino a 35.451 cinghiali, pari al 180% di quanto fatto nell’ultimo anno. La crescita del contingente cacciabile risponde a precise indicazioni dei Ministeri della Salute e delle Politiche agricole per il contenimento della peste suina africana, che prevedono la riduzione dell’80% della popolazione dei cinghiali tra caccia e prelievi di controllo. L’obiettivo fissato per il 2022/2023 è piuttosto ambizioso, tanto che la Regione ipotizza futuri incentivi anche economici rivolti al mondo venatorio.
Gli uffici regionali stimano che in Liguria la popolazione dei cinghiali vari tra i 35.000 e 56.000 capi, con una concentrazione in particolare a Genova e comuni limitrofi che, si sottolinea, “ha raggiunto consistenze non più compatibili con lo svolgimento delle normali attività da parte dei cittadini”. Piazza De Ferrari mette anche nero su bianco la necessità di potenziare il settore regionale competente per le attività di controllo faunistico, coordinate dalla stessa Regione.
Al momento la Liguria, dispone di 30 unità di personale appartenente al Nucleo regionale di vigilanza faunistico-ambientale, unici soggetti in grado di effettuare gli abbattimenti, in quanto in possesso della qualifica di agenti di pubblica sicurezza e polizia giudiziaria. Per aumentare il controllo del territorio, la giunta regionale ha ancora autorizzato la ricerca attiva delle carcasse di cinghiale, da sottoporre ad analisi per l’eventuale riscontro di peste suina, anche da parte di cercatori di funghi e di tartufi oltre che di cacciatori iscritti agli ambiti territoriali che intendano svolgere attività di allentamento e addestramento cani. Secondo l’ultimo aggiornamento fornito dall’Istituto zooprofilattico sperimentale al 7 agosto, sono 61 le carcasse di cinghiale positive alla peste suina riscontrate in Liguria a partire dal 27 dicembre scorso (RaiNews).