La manifestazione si è svolta presso il Teatro di S. Giacomo, a due passi dal capoluogo Bolzano, e si è rivelata un successo sia alla luce della elevata partecipazione di pubblico che dei tanti spunti conoscitivi emersi. Un centinaio di persone, fra cacciatrici e cacciatori, hanno seguito con attenzione gli interventi di quattro qualificati esperti: il meglio di quanto si potesse avere per una serata tematica del genere.
Sono intervenuti infatti il Sostituto Commissario Sergio Compagnone, Responsabile dell’Ufficio Armi ed Esplosivi della Questura di Bolzano, il Sostituto Commissario Robertino Bartocci, responsabile della Squadra Amministrativa della Questura di Bolzano, l’avvocato Andrea Antolini, coordinatore redazionale del periodico Cacciatore Trentino e membro di direttivo dell’Associazione Cacciatori Trentini, e il giudice ed esperto di legislazione sulle armi Edoardo Mori.
Il dottor Compagnone, in un accurato intervento vertente principalmente attorno al lavoro del proprio ufficio, ha parlato dei presupposti giuridici per l’ottenimento del porto d’armi e degli obblighi che derivano ai titolari di tale documento, rimarcando la necessità di adottare la massima cura nella custodia di armi e munizioni. Si è dimostrato in proposito grande conoscitore delle disposizioni vigenti, le quali in effetti lasciano agli uffici preposti e alle singole Questure un certo margine di discrezionalità sul fronte delle interpretazioni.
La posizione della Questura di Bolzano, come illustrata dal Commissario Compagnone, è apparsa al pubblico sicuramente equilibrata, per non dire addirittura comprensiva delle esigenze del mondo venatorio. Dal canto suo, il Commissario Bartocci si è intrattenuto in particolare sui provvedimenti di sospensione e revoca della licenza di porto d’armi. Ha riferito casi concreti di comportamenti irresponsabili da parte di titolari di porto d’armi e ha rimarcato che, ove questi minaccino di fare ricorso ad atti violenti, anche nella cerchia familiare, e le minacce portino a delle formali segnalazioni, le conseguenze vanno messe in preventivo. Anche qualora la querela o denuncia vengano poi ritirate o il procedimento si concluda senza condanne, ma l’addebito sia sufficientemente comprovato, la Questura è libera di fare le proprie valutazioni in ordine alla facoltà di portare armi, ha precisato Bartocci. E a mo’ di esempio ha citato un caso di assoluzione davanti al Tribunale che ha comunque avuto come conseguenza il mancato riottenimento del porto d’armi: e a nulla è valso, al diretto interessato, percorrere tutto l’iter giudiziario fino alle istanze romane.
Si è poi intrattenuto sulla superficialità di taluni titolari di licenza; ha evidenziato le conseguenze per chi smarrisce la propria arma e ne fa denuncia o viene fatto oggetto di denuncia al riguardo. Un brusio di sorpresa è serpeggiato tra il pubblico quanto il dirigente ha riferito alcuni casi concreti: l’uno che sbadatamente dimentica l’arma in riserva, l’altro che parte con l’arma appoggiata sul tetto dell’auto, un altro ancora che la deposita sul fondo del guardaroba, se ne scorda, e solo dopo mesi rinviene l’arma che aveva ormai dato per persa. Tutte situazioni in cui l’obbligo di un’accurata detenzione è violato: e le conseguenze sono ineludibili.
Per ultimo ha preso la parola il giudice Edoardo Mori, esperto di levatura nazionale di legislazione sulle armi, e tra l’altro autore, in collaborazione con lo stesso avvocato Antolini, di un’opera che è stata presentata in occasione della conferenza. Il libro ha per titolo «La caccia – Il diritto della caccia, le leggi, la giurisprudenza commentata – Appunti di diritto delle armi e di balistica venatoria» (Edizioni Libri Professionali) e tratta approfonditamente e il diritto della caccia, le leggi e la giurisprudenza in materia. Un testo completo, scritto da due giuristi e cacciatori per aiutare i praticanti l’attività venatoria e gli operatori del settore ad applicare correttamente le norme sulla caccia, ma anche a difendersi dalle contestazioni errate. Mori ha esordito con un commento alle disposizioni di legge concernenti le armi, entrate in vigore il 1° luglio 2011 e che fanno riferimento al decreto legislativo n. 204/2010. Ha osservato che molte delle nuove prescrizioni sono in attesa di regolamento di esecuzione, e in proposito ha anticipato che i cacciatori dovranno attendersi delle limitazioni: ad esempio per quanto concerne le prove di tiro in poligoni privati, la comunicazione circa la detenzione di armi alle persone conviventi ecc..
Particolarmente atteso dal pubblico era il momento del botta e risposta con gli esperti, moderato dal direttore Acaa Heinrich Aukenthaler; molti ne hanno infatti approfittato per porre i quesiti più vari. Alcuni esempi dei temi affrontati: «Si può attraversare una strada pubblica portando l’arma?». Risposta: No, l’arma deve essere protetta, anche se scarica; nei luoghi e tempi in cui la caccia è vietata, non è consentito portare l’arma. Essa deve essere scarica e avvolta in modo confacente. Anche quando ci si reca in riserva col buio prima che albeggi, il fucile deve essere protetto; stesso discorso per i tratti in cui si cammina a bordo strada o nei pressi di un centro abitato e per il trasporto di armi a bordo dell’auto. Circostanze che, a quanto è parso di capire, non erano note a tutti.
Domanda:”È consentito tirare usando come appoggio per l’arma il tetto dell’auto?”. Risposta: sì. Ma è un reato sparare dall’interno dell’abitacolo.
Domanda:”Chi è in possesso di carta europea d’arma da fuoco, può varcare a piedi un confine di Stato portando l’arma?”. Risposta: sì, ma nel Paese estero deve essere in grado di spiegare le ragioni per cui porta l’arma.
Domanda:”Si può tirare alla lepre con munizionamento a palla?”. Risposta: sì, ma vanno rispettate le norme di sicurezza in ordine alla distanza da abitati e strade.
Domanda:”Se muore un cacciatore, la moglie cosa fa?”. Risposta: La vedova, o comunque l’erede, può, previa idoneità psico-fisica rilasciata dal medico, detenere le armi anche se non in possesso di porto d’armi.
Domanda:”In provincia di Bolzano è consentito l’uso di armi semiautomatiche nella caccia?”. Risposta: sì, purché il serbatoio sia conseguentemente ridotto.
Gli interventi del pubblico e le risposte degli esperti si sono protratti lungamente, alla luce delle tante curiosità da soddisfare e dubbi da chiarire. E dopo oltre tre ore di conferenza, con i cacciatori attenti e interessati fino all’ultimo, l’incontro è giunto alla propria conclusione.
Un ringraziamento per la partecipazione lo ha rivolto ai relatori e al pubblico il presidente dei Cacciatori Cinofili Diego Penner, che già in apertura aveva dato il proprio benvenuto ai presenti. Una serata dunque pienamente riuscita, grazie anche alla professionale presenza di Mara Da Roit quale coordinatrice degli interventi.
E un’occasione per far meglio comprendere un settore tematico così delicato, come pure per consapevolizzare i cacciatori circa le proprie responsabilità e circa le esigenze di sicurezza da parte della collettività. Il porto di un’arma non è un diritto, ma una facoltà riconosciuta a un’elite di persone, le quali devono dimostrarsi all’altezza dell’autorizzazione di cui sono titolari per quanto riguarda sia i requisiti psico-fisici che quelli comportamentali.
Fonte: Federcaccia