Con un comunicato ufficiale oltre cento dirigenti territoriali e militanti dell’Arci Caccia hanno deciso di lasciare l’associazione venatoria per far nascere l’ARCT (Associazione Regionale Cacciatori Toscani). La novità ha come obiettivo l’ottenimento di una caccia migliore, tenendo conto del fatto che altre persone stanno per lasciare la stessa associazione, nonostante sia una scelta sofferta. Il motivo dell’abbandono è presto detto. Ci si è resi conto di una deriva rispetto ai valori e alla missione costitutiva, senza dimenticare la mancata agibilità democratica degli ultimi tempi.
I tentativi fatti per rimanere non sono mancati, ma questi dirigenti faranno tesoro delle idee e dei progetti a cui hanno partecipato. Il loro lavoro è stato improntato alla valorizzazione del ruolo dei cacciatori nella tutela del patrimonio faunistico e al raggiungimento di una unità maggiore nel mondo venatorio. Non è piaciuta soprattutto la continua ricerca dell’affossamento della Confederazione dei Cacciatori Toscani, ritenuta un elemento di discontinuità che può rappresentare una nuova e interessante fase per la caccia. L’uscita dall’associazione è stata volontaria e nella consapevolezza che la caccia sia ormai giunta a un bivio storico.
Nella nota si legge anche come il patrimonio immobiliare e i conti lasciati siano in regola. ARCT farà affidamento sul volontariato diffuso e cercherà di raccogliere subito nuove adesioni. L’intento è quello di dare man forte alla CCT: l’Associazione Regionale Cacciatori Toscani non vuole essere considerata semplicemente una nuova associazione, ma uno strumento associativo utile alla causa dell’unità e necessario per far vivere la cultura dell’Arci Caccia.
I latini dicevano DIVEDE ET IMPERA, era proprio necessario creare un’altra associazione venatoria NON RICONOSCIUTA???