Il presidente della onlus, Stefano Deliperi ha spiegato come il ricorso sia stato pensato per contrastare le giornate del 24 settembre e 1° ottobre prossimi. In particolare, non è stato “digerito” il carniere, molto vicino a 72mila lepri e a 144mila pernici sarde, selvaggina che potrà essere cacciata da quasi 36mila cacciatori isolani autorizzati.
Il Gruppo ritiene che l’autorizzazione del prelievo venatorio sia arrivata nonostante la scarsa conoscenza delle consistenze degli animali, con la definizione “tendenti alla diminuzione” che si può leggere nel piano faunistico-venatorio sardo. Gli incendi e la siccità sono altri due motivi di rafforzamento del ricorso, visto che la Regione ha dichiarato lo stato di avversità atmosferica.