I suggerimenti del WWF
“Innanzitutto vanno fatti censimenti mirati per avere un quadro dettagliato delle aree interessate dal fenomeno. In secondo luogo vanno messe in atto misure di contenimento attraverso metodi ecologici (ad esempio recinzioni elettrificate, e mettendo finalmente la parola fine al foraggiamento illegale), prima, e successivamente con catture attraverso chiusini o recinti di cattura che consentono un migliore controllo sulla specie, indirizzando i prelievi in modo tale da non determinare il prelievo degli adulti e il disgregamento dei branchi”. Sono alcuni degli interventi suggeriti dal Wwf per la gestione degli ungulati.
Interventi di selecontrollo
“In determinate circostanze ben localizzate – prosegue l’associazione ambientalista – possono poi essere messi in atto anche interventi mirati di selecontrollo, ma affidati a personale terzo e preparato”. Secondo il Wwf, “l’Umbria, come il resto del Paese, paga oggi la scelta di essersi affidata per decenni al mondo venatorio per la gestione della fauna.
La situazione umbra
Tale scelta errata è alla base dell’attuale situazione, caratterizzata da un sovrannumero di cinghiali in alcune aree della regione (in particolare nell’Egubino-Gualdese) con conseguenti danni all’agricoltura e rischio di incidenti stradali”. E “fino a quando non si separerà la gestione faunistica dalla gestione venatoria, i problemi legati ad una presenza eccessiva di determinate specie non troverà mai soluzione”.