Ecco cosa ha precisato l’associazione venatoria: “Basta con la ‘caccia al cacciatore’. I 700mila cacciatori italiani, di cui 26mila in Umbria, sono persone incensurate, che non fanno uso di alcol o droghe e che conducono una vita sana in modo responsabile, perché altrimenti non potrebbero ottenere il porto d’armi. E per mantenere questi requisiti nel tempo sono sempre sottoposti a controlli. La nostra passione, la caccia, è un bene per il nostro Paese, per il territorio che noi amiamo e che aiutiamo a monitorare, per l’agricoltura, per il tessuto sociale del quale siamo parte viva, per le attività sportive ad essa connesse, come la cinofilia ed il tiro a volo, quest’ultima disciplina che tante soddisfazioni dà allo sport italiano. Additarci come dei Rambo è un insulto non soltanto a tante persone perbene, ma alla cultura e alla tradizione italiana e umbra.
Come ha ricordato il nostro presidente nazionale, Paolo Sparvoli, ogni anno si verificano purtroppo morti causate da diportisti alla guida di imbarcazioni o vittime di incidenti di montagna e nessuno si sogna di vietare indiscriminatamente l’uso di natanti nei giorni festivi o bloccare le attività sportive in montagna. Certo, le leggi ci sono e vanno fatte rispettare. Ed accanto a questo, occorre potenziare, come per tutte le attività, la formazione. Ed è in questa direzione che si sta muovendo la Libera Caccia. Ma chiedere di inasprire le pene in caso di incidenti o addirittura voler chiudere la caccia nei giorni festivi sarebbe come impedire a tutti di andare in bicicletta se non ci sono piste ciclabili”.