Il posticipo della ripresa è l’ennesimo delle ultime settimane, una situazione che ha spesso indispettito le associazioni venatorie locali. Il decreto regionale è stato varato per garantire la massima incolumità pubblica, oltre a evitare che ci sia il minimo intralcio alle operazioni di pulizia boschiva e al riassetto idrogeologico e infrastrutturale. Entrando maggiormente nel dettaglio del provvedimento, la caccia viene vietata nelle tre province venete fino a 500 metri dai boschi interessati da schianti, sia totali che parziali.
Lo stesso discorso vale per la distanza dalle frane e dalle aree operative. Una apposita cartografia pubblicata sul sito della Regione indica tutte le aree comprese. La provincia di Belluno e i Comuni interessati, dal canto loro, potranno proporre ulteriori restrizioni all’attività di caccia, al fine di prevenire possibili pericoli o intralci alle attività in corso.