Una nuova sentenza controversa
Due giorni fa il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto ha accolto il ricorso della LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia) contro una parte del calendario venatorio regionale relativo alla stagione 2022-2023. Secondo quanto richiesto dall’associazione stessa, deve essere anticipata la chiusura del prelievo a tutti gli uccelli acquatici, vale a dire dal 30 al 20 gennaio prossimi.
Prolungamento del periodo venatorio
Lo stop si riferisce a tutto il territorio regionale e più precisamente alle seguenti specie: Porciglione, Frullino, Folaga, Beccaccino, Gallinella d’Acqua, Germano reale, Alzavola, Mestolone, Canapiglia, Fischione, Codone, Marzaiola. In base a quanto riferito dalla LAC, la Regione avrebbe protratto la caccia a cesene e tordi sasselli. Come avviene puntualmente ogni anno, anche questa stagione venatoria è stata costellata da sentenze e controsentenze in ogni regione italiana.
Il commento di ACR
A commentare la sentenza è stata, tra le altre, l’Associazione per la Cultura Rurale (ACR): “Come avevamo previsto, il 21 di gennaio 2023 il TAR del Veneto ha sentenziato la chiusura anticipata della caccia, creando un pericoloso precedente per la prossima stagione venatoria. La domanda che rivolgiamo ai cacciatori iscritti a queste associazioni venatorie facenti parte della famigerata “cabina di regia” ed a quelle che si sono servilmente a loro accodate è questa: scusate ma non siete ancora stufi di farvi prendere per il punto di congiunzione tra la schiena e le gambe (culo) dai vostri dirigenti che finanziate con le vostre tessere associative? Fino a che punto siete ancora disposti a sopportare che a rappresentarvi presso le sedi istituzionali vadano soggetti alcuni dei quali sembrano essere più interessati a tutelare le loro posizioni che a difendere gli interessi dei propri associati? Sbagliare è umano ma perseverare è diabolico!“.