Come reso noto dal Sindacato Nazionale Cacciatori, sono passati quasi quattro anni dalla sentenza con cui la Corte Costituzionale ha bocciato il mancato coinvolgimento degli enti locali siciliani nell’istituzione delle aree protette che ricadono sul loro territorio. In questo modo è stata destituita la Riserva Naturale “Pantani della Sicilia Sud Orientale” (nota anche come “Pantani di Pachino”), tra le province di Ragusa e Siracusa.
Il decreto istitutivo era stato impugnato presso il TAR dal Comune di Pachino e i giudici amministrativi lo avevano dichiarato appunto illegittimo. Lo scorso mese, poi, è stato annullato anche il piano di gestione dei siti della Rete Natura 2000, ma le vicende giudiziarie delle aree protette siciliane non si sono esaurite qui. In effetti, il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha accolto il ricorso in appello del Comune di Floresta (Messina): l’Assessorato Regionale del Territorio e Ambiente è obbligato a rivedere i confini del Parco dei Nebrodi, un processo che deve iniziare non oltre i 90 giorni dalla comunicazione o notifica della sentenza.
Il sindaco aveva chiesto alla Regione di modificare i confini del parco, ma non c’era stato alcun riscontro. Nonostante i precedenti poco incoraggianti, la decisione rivoluzionerà ora l’assetto territoriale di tutte le aree protette siciliane. A questo punto ogni ente locale potrà pretendere la revisione dei confini di parchi e riserve, liberando vaste aree dai vincoli urbanistici e ambientali: questo significa che anche il piano faunistico regionale potrà essere rivisto alla luce delle novità appena illustrate.