Il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia ha annullato il piano di controllo al cinghiale relativo alla zona di Brescia e al periodo compreso tra il 2018 e il 2021. Si tratta del ricorso presentato dalla Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC) e dalla Lega Anti Vivisezione (LAV). Tra le varie misure previste dal provvedimento c’è quella della selezione notturna degli ungulati tramite personale utilizzato. Per i giudici e gli anticaccia, non esiste un contesto o qualcosa di specifico per giustificare gli abbattimenti.
In particolare, non è stato compreso come sia stato superato il limite di tollerabilità per quel che riguarda la presenza del selvatico. Il ricorso di LAV e LAC, comunque, è stato bocciato in alcune parti. Ad esempio, non è stato ritenuto fondato dal TAR Lombardia nella parte relativa ai metodi ecologici prioritari, visto che si era proposta l’alternativa della sterilizzazione.
In aggiunta, i giudici amministrativi ritengono che il tiro selettivo in orario notturno con armi a lunga gittata e mediante i fari non sia sproporzionato rispetto all’obiettivo che è stato dichiarato nel piano. L’annullamento sostanziale farà senza dubbio insorgere le associazioni venatorie del posto che sono alle prese con l’emergenza cinghiali come in molte altre zone del nostro paese.