Come reso noto dalla LAV (Lega Anti Vivisezione), il Tribunale Amministrativo Regionale della Toscana si è espresso sul ricorso presentato dalla stessa associazione insieme a ENPA, LAC e WWF in merito al piano triennale di controllo del cinghiale, più precisamente la parte del testo dedicata alla braccata. Questo prelievo è stato di fatto sospeso dai giudici: il piano è stato messo a punto dalla Regione Toscana ai sensi della Legge 10 del 2016, la cosiddetta Legge Obiettivo che tanto fa discutere. Secondo il TAR, i contenuti del documento sono in parte illegittimi.
In particolare non sarebbe stata dimostrata la mancata efficacia dei metodi ecologici, la condizione alla base degli abbattimenti degli ungulati. Inoltre, non ci sarebbe la motivazione dello scostamento del parere dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) in merito alla nuova distribuzione dei selvatici sul territorio.
Ecco come hanno commentato la decisione le associazioni animaliste e ambientaliste: “La caccia con il metodo della braccata è un sistema particolarmente crudele nei confronti degli animali e fortemente impattante sull’ambiente, per questo siamo felici che il TAR di Firenze l’abbia sospesa, ora attendiamo l’udienza di merito, la legge regionale per la gestione degli ungulati è un fallimento, non ha raggiunto gli obiettivi prefissati, è stata solo un’opportunità per consentire ancora maggior divertimento ai cacciatori, per questo chiediamo che sia rimessa alla Corte Costituzionale”.