Il Tribunale Amministrativo Regionale della Basilicata ha accolto il ricorso presentato da quattro associazioni animaliste, vale a dire LIPU, WWF, ENPA e LAV. Queste ultime avevano infatti impugnato il calendario venatorio lucano per quel che riguarda la stagione venatoria 2016-2017, dunque quella dello scorso anno. Secondo quanto stabilito dai giudici, la Regione non può non allinearsi alle indicazioni dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), visto che non ci si può affidare solamente alle tradizioni locali, ma occorre ricomprendere delle valide motivazioni scientifiche.
Per la stagione 2017-2018 che sta per cominciare non ci sarà nessun cambiamento, visto che l’anno venatorio contestato si è già concluso, ma in futuro ci potrebbero essere delle conseguenze. L’ISPRA aveva elencato delle linee guida, ma la Regione Basilicata aveva optato per periodi di caccia più lunghi, come anche le modalità. Il parere dell’istituto era stato sfavorevole, ma l’ente locale era andato avanti ugualmente, parlando di “sostanziale condivisione”.
Contro il calendario 2016-2017, inoltre, si era espresso l’Osservatorio Regionale sugli Habitat Naturali. Il TAR ha bocciato il testo dell’Assessorato alle Politiche Agricole Forestali, giudicato privo di dati scientifici e non conforme alla realtà regionale.