Il Tribunale Amministrativo Regionale di Brescia ha accolto il ricorso presentato dalla LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia), LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), LAV (Lega Anti Vivisezione) ed ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) contro la caccia alla volpe. Si tratta del piano previsto dalla Regione Lombardia in alcune zone dell’Ambito Territoriale di Caccia bresciano.
La richiesta era giunta proprio dall’ATC, ma la bocciatura è stata sostanzialmente integrale, dunque per il momento ha prevalso il punto di vista animalista. Tra l’altro, le annotazioni dei giudici sono state definite addirittura clamorose. L’inizio della caccia alla volpe era stato fissato per lo scorso mese di giugno, per la precisione nei pressi del Lago di Garda, tra i comuni di Salò, San Felice del Benaco e la Valtenesi, senza dimenticare le colline moreniche.
La zona compresa fra Iseo e Rudiano, inoltre, faceva parte di questo territorio. La Regione aveva preso atto della crescita incontrollata delle volpi, autorizzando questo prelievo a otto anni di distanza dall’ultimo e coinvolgendo 60 cacciatori con qualifiche specifiche e di comprovata esperienza. Il ricorso, invece, si è basato sulla presunta inesistenza dei dati che hanno giustificato gli abbattimenti, in particolare le motivazioni sanitarie.