Come definire ed identificare il diamentro delle armi, dei fucili a canna rigata e liscia. Definizioni tecniche ed esempi pratici per fare chiarezza su un argomento molto controverso.
Forse non tutti sanno che il calibro specifica soltanto (come da sua definizione) “il diametro interno di una bocca da fuoco, misurato in millimetri, centimetri o pollici sui pieni della rigatura”. Generalmente, al contrario, siamo proponsi spesso a considerare questa misura con il ‘proiettile’ intero, quando indica solamente il diametro interno della canna di un’arma da fuoco.
Nel linguaggio comune infatti, il calibro è diventato la misura comunemente adoperata al fine di classificare ed identificare le munizioni e le armi che le camerano, anche se il suo valore non è sufficiente all’identificazione del tipo di cartuccia sparato. A prima vista, può sembrare un parametro molto semplice da definire, in realtà si tratta di un argomento molto complesso poiché sono necessari diversi sistemi per determinare la sua classificazione.
Nella definizione di calibro siamo abituati ad implicare anche molti elementi caratteristici della cartuccia, dell’arma, del produttore ecc. Abbiamo così per esempio l’ 8×57 Mauser, il .44 Remington Magnum, il .375 Holland&Holland Nitro Express. I termini di definizione di un calibro possono essere i più disparati e non è sempre semplice trovare regole precise per poterli identificare.
Nella maggior parte dei casi includono il diametro della palla e la lunghezza del bossolo, ma possono comprendere molte altre sigle come quella della ditta costruttrice, l’arma in cui veniva sparata, la quantità di polvere nera utilizzata per il suo caricamento ed il peso in grani della palla. In particolare il diametro della palla viene espresso in centesimi di pollice come nel caso di 454 Casull e 40Smith & Wesson, oppure in millimetri come nel caso di 9×21 Imi e 7.63 Mauser.
In alcuni casi, ci sono infatti cartucce con una doppia denominazione, definite in Europa in termini metrici e nei paesi a tradizione anglosassone in centesimi di pollice. Esempi di questa categoria sono la 380 Auto conosciuta in Europa come 9Corto e la 30 Luger, il quale diventa 7.65 Parabellum.
La lunghezza e la forma del bossolo contribuiscono entrambe all’ identificazione della cartuccia. Nella 7.62×39 o nella 8×57 Mauser, 39 e 57 corrispondono alla lunghezza espressa in millimetri. Troviamo anche esempi come la .45-70 in cui il -70 è la quantità di polvere nera espressa in grani che serviva in origine per il suo caricamento.
Nel caso dei fucili ad anima liscia, in queste armi troviamo i calibri 10, 12, 16, 20, 24, 28 ecc.
Un fucile in cal. 12 ha una canna con diametro maggiore di quella di un fucile in cal. 28. In questo caso il calibro coincide al numero di palle di diametro pari a quello interno della canna del fucile che si possono ottenere con una libbra di piombo. La canna del fucile in cal. 12, ha un diametro interno di 18.53mm. Da una libbra di piombo, sarà possibile ottenere quindi 12 palle di quel diametro.
Nelle armi a canna rigata il problema della misura del diametro della canna si rende difficile perché bisogna stabilire se esso si misura tra i pieni, ossia tra i risalti della rigatura, oppure tra i vuoti. Si usa al riguardo differenziare tra calibro di foratura o fra pieni e calibro fra vuoti; di solito, se viene precisato, si intende che la misura riguarda il calibro di foratura e perciò la dimensione minima dell’anima. Il calibro fra pieni viene misurato direttamente, al contrario per misurare il calibro fra vuoti si sceglie forzare un proiettile di piombo attraverso la canna e poi misurarne il diametro massimo con un micrometro.
La differenza tra i due valori è di 0,20-0,35 mm in canne destinate a sparare proiettili con camiciatura dura (acciaio, tombak) e di 0,30-0,50 mm per canne destinata a proiettili di piombo o con camiciatura sottile in rame. La metà di questo valore così misurato indica la profondità della rigatura.
Oltre alla denominazione ufficiale del calibro, la cartuccia può essere ulteriormente specificata mediante indicazioni aggiuntive relative al bossolo (flangiato, con o senza collarino, a bottiglia, ecc.) o al proiettile (mantellato, semimantellato, a punta molle, a punta piatta, wadcutter, ecc.). Il peso del proiettile non entra a far parte della individuazione del calibro perché può variare.