L’obiettivo è quello di venire incontro alle popolazioni delle zone maggiormente frequentate dall’animale. Finora si era parlato di un possibile abbattimento di una quota fino al 5% della popolazione non prima di due anni, una precisazione che aveva fatto replicare la Provincia di Trento. Nelle montagne trentine si possono contrare una ventina di esemplari, anche se le capacità riproduttive sono notevoli, senza dimenticare la dispersione nel territorio.
L’uomo è a serio rischio, come anche gli animali da allevamento e quelli da pascolo. Sulla vicenda è intervenuta anche l’AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente), secondo cui questo voto deve essere giudicato gravissimo e in grado di mettere in discussione la decisione della Conferenza Stato-Regioni che aveva bloccato il piano per la gestione del lupo.