Razze belle da vedersi e intelligenti, quelle specializzate nel riporto sono facili da addestrare sia privatamente, sia ricorrendo ad un professionista. Fra le più amate il Labrador ed il Golden retriever.
Si tratta di un’attitudine che dovrebbe essere propria di ogni cane, ma è incontestabile che alcune razze da caccia siano più portate al riporto rispetto ad altre. Fra queste le più utilizzate sono sicuramente il labrador, il chesapeake bay ed il golden retriever. Certo, non sono gli unici in grado di riportare agevolmente la selvaggina al proprio padrone, dato che si dimostrano particolarmente dotati anche l’american water spaniel o l’irish water spaniel.
In comune queste razze possiedono l’innata capacità di riportare indietro, nelle mani del proprio padrone, la selvaggina intatta, che essa sia morta, moribonda o semplicemente stordita. Specializzati principalmente nella selvaggina palustre, è pur vero che negli ultimi decenni alcune di queste razze sono state utilizzate con ottimi risultati anche quando si trattava del riporto d’altre tipologie di selvatici.
Il labrador retriever ad esempio si è dimostrato un cane da riporto polivalente. Ideale per il riporto della selvaggina palustre è un cane da caccia resistente e robusto, particolarmente intelligente e capace di apprendere più velocemente di molte altre razze. Spesso per il suo addestramento si preferisce un professionista, ma statene certi, regalerà soddisfazioni anche se addestrato dal proprietario. Unica differenza sarà relativa al tempo che si dovrà impiegare; quel che conta infondo è il risultato. Dotato di una peluria nera o bianco giallastra, in alcuni più rari casi si presenta d’un colore cioccolata e possiede un incontestabile carattere amichevole e socievole. Il suo peso si aggira fra i 25 e i 34 kg e il pelo corto lo difende molto bene dal freddo. Una particolarità da non dimenticare è quella relativa all’oleosità del suo pelo; ecco perché resta asciutto anche quando nuota.
Non meno desiderabile è il golden retriever, amatissimo dai cacciatori di palude e dai selvatici terrestri. E’ forte e possente eppure meno resistente del Labrador nel riporto di selvaggina palustre. Brilla invece nel riporto di selvatici terrestri. Il suo peso non supera i 34 kg e il suo pelo tende normalmente al dorato. L’addestramento migliore per un Golden è fatto di ripetitività, dolcezza e affetto.
Altra razza davvero eccezionale è quella del chesapeake bay retriever. Il suo manto è oleoso, corto e leggermente arricciolato: insomma per dirla in una parola impenetrabile. Bruno con sfumature scure il chesapeake si dimostra rispetto ai due precedenti più aggressivo con gli estranei e questo non sempre può essere considerato un difetto. I cacciatori di palude lo amano, letteralmente, dato che si dimostra capace di trovare e riportare anche quella selvaggina in acqua ricoperta da uno strato di ghiaccio. E’ invece poco utilizzato durante la caccia di selvaggina terrestre.
L’american e l’irish water spaniel pur non essendo all’altezza delle tre razze precedenti, se la cavano discretamente. Il primo non supera i 18 kg mentre il secondo raggiunge anche i 29 e sono dotati entrambi di un manto scuro e caldo.
L’american si dimostra un cane davvero docile e di facile addestramento, inoltre viste le sue dimensioni, lo si può curare con estrema semplicità. Creato negli Stati Nord Occidentali inizialmente venne impiegato in piccole canoe o imbarcazioni dai cacciatori di lago o di palude.
L’Irish invece fu creato in Irlanda e velocemente si diffuse in Inghilterra ed Europa, soprattutto nelle regioni particolarmente fredde vista la sua capacità di reagire positivamente alle peggiori condizioni atmosferiche. Non può essere usato in nessun’altra caccia se non nel riporto in palude, e forse per questo negli ultimi anni la sua fama è diminuita.
Detto questo, come si addestra un cane da riporto senza dover far ricorso ad uno specialista?
Il metodo esiste, questo è poco ma sicuro. Quel che il proprietario deve domandarsi prima è piuttosto quanta pazienza abbia a disposizione, perché ne servirà davvero tanta. Fin da subito si può intuire se il cucciolo sia o meno in possesso dell’istinto che lo renderà un grande cane da riporto; in quel caso è fondamentale insistere.
Grosso modo per insegnare al cane il riporto esistono due modi: il gioco o la forza.
Entrambi danno buoni risultati, ma ovviamente ciascun cacciatore e proprietario sceglierà quello che meglio si adatta alla propria personalità e a quella del cane.
Il primo si presenta particolarmente ripetitivo ma divertente per il cane, almeno durante le fasi iniziali e normalmente, specie in caso di addestratori dilettanti, da ottimi risultati.
Il secondo è invece utilizzato da addestratori di professione, si potrebbe rivelare noioso ma altamente efficace.
Occupiamoci brevemente dell’addestramento con il gioco: questo potrà iniziare quando il cane avrà fra le sette e le dodici settimane di vita. Cosa vi servirà? Una stanza nella quale stare soli con il vostro animale e un fazzoletto, una calza riempita di piume, un qualsiasi oggetto morbido o magari un guanto in pelle vecchio. Muovete l’oggetto davanti a cucciolo, tanto per cominciare e poi lanciatelo. Il cucciolo lo seguirà e lo prenderà. L’esercizio è da ripetere più volte al giorno e lentamente dovrete aumentare la distanza di lancio. Utilizzate fin da subito i comandi Terra e Va, per fermare la sua corsa e farla riprendere secondo il vostro desiderio.
L’istinto del cane con in bocca la “preda” sarà quello di nasconderla in qualche luogo sicuro. Piazzatevi davanti a lui e lentamente imparerà a correre da voi ogni qual volta ha qualcosa di prezioso in bocca. Il comando da utilizzare è Porta e Dai per il rilascio. Qualora non mollasse la presa afferrate il guanto con una mano e introducete un pollice dell’altra nella bocca, obbligandolo con attenzione, dolcezza ma comunque decisione, ad aprire la bocca. Mai e poi mai iniziare un tira e molla con il cane, pensate a che fine farebbe la vostra selvaggina. Non dimenticate di lodarlo costantemente e di giocare con lui ogni qual volta sia possibile, inserendo nel momento di svago anche l’addestramento.
Se invece il vostro cane abbandona la presa immediatamente potreste ricorrere al riporto forzato, obbligando l’animale in questo modo a mantenere il più possibile la preda guanto – calzino in bocca.
In base alla razza che avete scelto e dunque alla sua stazza e velocità di crescita dovrete costruire nuovi oggetti per il riporto. Normalmente ai sei mesi un cane da riporto è capace afferrare un fantoccio di stracci di media dimensione. Se superati i sei mesi l’animale non intende riportare ciò che afferra, è meglio ricorriate ad un professionista. Se invece tutto procede per il meglio fra gli otto e i dieci mesi utilizzate per il lancio un selvatico morto da nascondere nelle fasi finali dell’addestramento, fra la fitta vegetazione. Il comando per il riporto da utilizzare, e che a questo punto dovrebbe aver imparato alla perfezione è Porta.
Ovviamente parte fondamentale dell’addestramento sarà l’abitudine allo sparo, che dovrà essere ritenuto parte integrante del gioco.