La decisione di Federcaccia Marche
Con atto depositato alla fine della scorsa settimana, Federazione Italiana della Caccia, sia come Nazionale che come Federcaccia Marche, ha presentato ricorso contro il Calendario venatorio regionale nei confronti della Regione Marche, Ispra e LAC in merito alle previsioni di chiusura anticipata della caccia nella stagione venatoria 2022/2023, al Germano Reale, all’Alzavola e alla Marzaiola al 14 gennaio; alla Cesena e al Tordo Sassello al 19 gennaio; al Tordo Bottaccio al 9 gennaio; alla beccaccia al 19 gennaio, rispetto alla data di chiusura del 31 gennaio stabilita dall’art. 18, comma 1, della legge 157/1992.
Le motivazioni del ricorso
Tali anticipate chiusure determinano la lesione degli interessi legittimi dei cacciatori iscritti a Federcaccia e da questa rappresentati, i quali oltretutto corrispondono le tasse di concessione sia statale che regionale parametrate all’intero arco temporale di caccia intercorrente dalla terza domenica di settembre fino al 31 gennaio dell’anno successivo e quindi il calendario venatorio regionale delle Marche 2022/2023 appare illegittimo e lesivo in questa sua parte. Inoltre il parere dell’Ispra del 20.6.2022 appare illegittimamente reso, e comunque tale da non poter essere considerato attendibile in relazione all’anticipata chiusura della caccia ad alcuni anatidi, ai turdidi e alla beccaccia e quindi contestato innanzi lo stesso Tar.
Le richieste dell’associazione
Federcaccia chiede quindi di annullare il Calendario venatorio della Regione Marche nelle parti in cui:
anticipa la chiusura della caccia alla Cesena e al Tordo Sassello dal 31 gennaio al 19 gennaio 2023;
anticipa la chiusura della caccia al Tordo bottaccio dal 31 gennaio al 9 gennaio 2023;
anticipa la chiusura della caccia al Germano Reale, Alzavola e Marzaiola dal 31 gennaio al 14 gennaio 2023
anticipa la chiusura della caccia alla Beccaccia dal 31 gennaio al 19 gennaio 2023.
Se come auspichiamo il ricorso troverà accoglimento ai cacciatori marchigiani sarà restituita la possibilità di cacciare legittimamente le specie indicate fino al termine della stagione venatoria e si costituirà un importante precedente giuridico le cui positive ricadute riguarderanno tutti i cacciatori italiani.