Il presidente di Federcaccia Reggio Calabria, Domenico Iero, fa un resoconto della stagione venatoria giunta ormai a termine.
Dice il presidente Iero, “Con tanto rammarico e delusione mi accingo a fare il consuntivo dell’annata venatoria che sta per concludersi. Nulla di positivo da annoverare in questi cinque mesi di attività. La Regione, dovendo accogliere le disposizioni dell’ISPRA, ha emanato un calendario venatorio penalizzante, non condiviso dal mondo venatorio, specialmente per quanto riguarda la migratoria.
I cacciatori, fortemente delusi, hanno disertato in gran numero, per buona parte della stagione, i territori di caccia, anche perché timorosi di incorrere in atti di violenza da parte dei rapinatori di fucili che hanno imperversato specialmente nella fascia tirrenica della nostra provincia.
Fatto unico in Italia che le forze dell’ordine cercano di arginare, mettendo il loro impegno, ma occorre una maggiore attività investigativa e di prevenzione. Infatti, solamente agli associati della Federazione della Caccia che rappresento a livello provinciale, sono stati sottratti ben 37 fucili oltre agli effetti personali nei Comuni di Cittanova (6),Laureana, Candidoni (5), Sinopoli (3), Cinquefrondi (2), Rosarno (4), San Giorgio Morgeto(1), Palmi (1), Scilla (2), Reggio Calabria (2), Motta San Giovanni (1) oltre a 9 furti in casa, fortunatamente, quest’anno, senza spargimento di sangue.
Sembra che qualcosa si stia muovendo in ambito regionale per quanto riguarda la regolamentazione dell’attività venatoria. La riunione della Consulta Faunistica per cercare di varare il Piano faunistico venatorio regionale, di coordinamento di quelli provinciali, scaduto da ben quattro anni, rappresenta un elemento apprezzabile.
Alcune Province, anche se diffidate, lo hanno redatto con forte ritardo e gli elaborati si trovano ancora alla valutazione ambientale strategica prevista dalla direttiva 42/2001 CE e del D.L. 152/2006 –Ministero dell’Ambiente, ci auguriamo che il tutto si sblocchi presto e la Regione possa varare un calendario venatorio più sostenibile e condiviso.
Occorre, investire nella ricerca attivando gli osservatori faunistici per contrastare le disposizioni ISPRA sulle date di migrazione degli uccelli artatamente errati. Inoltre, è necessario modificare, alla luce delle esperienze di questi ultimi anni, i Regolamenti di gestione degli ATC che hanno bloccato e continuano a rendere difficili i rapporti con le Provincie per quanto riguarda l’approvazione ed il finanziamento dei progetti finalizzati alla gestione (ripopolamenti faunistici, miglioramenti ambientali, censimenti ecc.).
Le risorse che i cacciatori versano come tassa regionale, annualmente, debbono essere spesi razionalmente, sui territori di caccia per il miglioramento delle condizioni ambientali e per l’incremento della selvaggina stanziale completamente assente nei territori.
E’ indispensabile, inoltre, effettuare i censimenti della specie cinghiale ove in alcune zone si trova in abbondanza e reca seri danni all’agricoltura, mentre in altre è assente ed occorre intervenire per accertarne le cause.
Si, occorre investire da subito tutte le risorse disponibili, inviate negli ultimi anni dalla Regione alla Provincia per la gestione demandata agli ATC e non assegnate. In questi momenti di crisi economica e sociale, moltissimi cacciatori fanno enormi sacrifici a pagare le tasse inerenti il rilascio delle licenze e vogliono riconosciuti i loro sacrosanti diritti ad effettuare l’attività venatoria sostenibile e non penalizzante.
Ben 1.500 adepti di Diana, nella nostra provincia hanno rinunciato al rinnovo, con gravi riflessi all’economia locale ed alle armerie che presto, se le cose dovessero continuare in questa direzione, saranno costretti a chiudere con ulteriori gravi penalizzazioni all’occupazione locale”.
Domenico Iero – Presidente provinciale della Federazione Italiana della Caccia