La Regione Piemonte vuole accelerare l’avvio degli abbattimenti dei cinghiali e renderli più efficaci. A giorni il Piano di contenimento della peste suina africana sarà inviato all’Ispra per l’approvazione. Riguarderà la zona infetta e, soprattutto, l’area tra la autostrade A7, A26 e la bretella Predosa-Bettole e prevederà solo l’uso della caccia di selezione per abbattere i cinghiali. Torino intende però ampliare la zona di controllo estesa su 44 Comuni alessandrini in un raggio di dieci chilometri dal confine della zona infetta.
«L’obiettivo – spiega l’assessore regionale Marco Protopapa – è attuare gli abbattimenti dei cinghiali in quest’area con squadre di cacciatori e cani limieri in modo da avere numeri più elevati. La caccia di selezione prevista nella zona infetta consente di abbattere pochi esemplari poiché i selecontrollori disponibili non sono molti». L’allargamento della zona di controllo dovrebbe essere inserito in un’ordinanza che la Regione emanerà a giorni insieme all’invio del Piano a Roma, in modo da accelerare l’avvio degli abbattimenti. «L’80% di cinghiali da abbattere – prosegue l’assessore – richiesto dalla Commissione europea è un risultato difficile da raggiungere con le regole imposte nella zona infetta.
Per questo nella zona di controllo prevediamo anche abbattimenti notturni con l’uso di termocamere». Nel frattempo, il commissario interregionale per l’emergenza, Angelo Ferrari, è entrato nel pieno delle sue funzioni e domani incontrerà le Regioni Piemonte e Liguria a Campo Ligure. «Sarà l’occasione – aggiunge Protopapa – per comprendere le sue strategie e capire cosa si possa fare realmente per affrontare l’emergenza». L’assessore intanto smentisce che la spesa per la maxi recinzione (275 chilometri) imposta dalla Commissione europea ammonti a 150 milioni di euro: «Non c’è stata ancora nessuna stima, con i sindaci dobbiamo valutare al meglio il tracciato della recinzione zona per zona» (La Stampa).