L’associazione Arci Caccia ha recentemente lanciato l’allarme sull’eradicazione dei fagiani nell’isola toscana di Pianosa. Diversi cacciatori si sarebbero indignati per quanto sta accadendo nell’arcipelago, in particolare ci sono testimonianze di abbattimenti massicci di questi esemplari. Il no di Arci Caccia all’operazione è stato quindi categorico, ora ha risposto alle critiche il presidente del Parco Nazionale, Giampiero Sammuri. Quest’ultimo si è detto sorpreso per la presa di posizione, anche perchè si sarebbe aspettato una telefonata per ottenere spiegazioni.
Ecco cosa ha detto in proposito: “La funzione primaria di un parco è la conservazione della natura o, detto i termini più moderni, della biodiversità. In questo contesto le specie animali non sono tutte uguali: ci sono quelle che sono in via di estinzione, quelle minacciate, quelle rare, quelle comuni, quelle invasive, quelle aliene o alloctone. È vero che ci sono taluni che danno lo stesso valore ad un piccione, ad un gabbiano reale, ad una nutria, all’orso marsicano, o per venire all’arcipelago toscano alla berta minore o al gabbiano corso, ma le leggi italiane, le direttive europee, gli accordi internazionali e la scienza ci dicono che non è così.
Peraltro, i cacciatori dovrebbero essere abbastanza esperti dei diversi valori delle specie, visto che per tantissimi anni hanno definito “nocivi” i predatori o gli opportunisti (volpi, cornacchie, uccelli rapaci) che venivano abbattuti sistematicamente per “salvaguardare” lepri e fagiani che dovevano essere sempre abbondanti per garantire carnieri importanti quando apriva la caccia”. Sammuri ha ricordato come il fagiano sia una specie di poco valore per quel che concerne la conservazione della biodiversità. Il motivo dell’eradicazione sta invece nella ricostituzione di un ecosistema il più possibile vicino alle condizioni naturali.