Negli ultimi anni sono state attuate normative difformi e varie Regionali e Territoriali, con limitazioni di abbattimenti e di proroghe, reinvii, rinnovi di divieti, ostacoli burocratici di varia natura, nell’insieme per nulla o scarsamente supportati da reali basi scientifiche documentate da adeguate referenze bibliografiche. ISPRA in particolare non ha potuto o saputo fornire dati di Ricerche direttamente od indirettamente prodotte. Risulta evidente l’inadeguatezza di riferimenti scientifici di census realistico e di studio fenologico della Specie nelle varie condizioni di nidificante, migrante, svernante. Il riferimento (ISPRA) ad una Mappa prodotta in Ungheria (su base di inanellamenti di poche decine di Colombacci), risulta insignificante e fuorviante, specie per la reale identificazione delle aree di origine.
Il Club Italiano del Colobaccio ha prodotto un notevole sforzo di Ricerche propriamente scientifiche e para-scientifiche. Laddove non si tenga conto – nell’ambito delle Normative di caccia emesse da Regioni, Province, ATC- di questa ampia documentazione di Lavoro scientifico pluriennale, si possono individuare azioni e responsabilità riferibili a situazioni antigiuridiche o quant’altro (omissioni) per aspetti strettamente appunto giuridici riguardanti Istituzioni e Responsabili specifici, anche riguardo destinazioni di fondi economici. Quanto esposto si propone come base di un “Cartello scientifico” a tutela della caccia tradizionale al Colombaccio sul quale possano confluire le Associazioni Venatorie presenti in Italia”.