Sabatti SKL 20 | Quando un fucile spara bene e l’ottica che vi è stata montata funziona in modo più che adeguato ci si sente invogliati a proseguire le diverse prove già messe in atto terminando con un sondaggio su alcune ricariche la piacevole sperimentazione. In una bellissima giornata di novembre, lasciato il cielo scuro con nebbia che non impedisce comunque di viaggiare senza troppi problemi, approdiamo con il sole al poligono di Moiola (CN) dove l’amico Carlo predispone l’attrezzatura per verificare l’esito di sette ricariche per la cartuccia 6,5x57R. Questa veterana della caccia ha formato per decenni l’ossatura dei fucili rigati del cacciatore medio europeo, in particolare la versione R a collarino è rimasta una delle scelte primarie per i fucili basculanti come i kipplauf e i misti, soprattutto per billing o drilling di minor massa, legata sovente alle canne lisce in calibro 20/70.
Oggi purtroppo verifichiamo come siano reperibili con facilità solo le cariche originali della RWS meritoriamente allestite con diversi tipi di palla: abbiamo impiegato la KS da 8,2 g (127 gr) e la DK da 9,1 g (140 gr) così come esposto nelle nostre precedenti prove. Per assodare la rispondenza del fucile non c’è altra strada se non quella della ricarica e, come si potrà evincere dai bersagli, la rigatura MRR del SKL 20 padroneggia con bella continuità le diverse soluzioni allestite da Carlo.
Sette proposte interessanti
Sistemato il cronografo a distanza adeguata, quel paio di metri un po’ abbondanti per evitare il soffio di bocca, si preleva una cartuccia dalla prima serie preparata con molta attenzione: inserita in camera… il fucile non chiude. Se ne provano altre con lo stesso esito. Va bene la cameratura estremamente precisa, ma questo proprio non ci voleva. Ci piglia un comprensibile sconforto poi la cura ostinata di Carlo nel ripulire ben a fondo i bossoli, soprattutto nella zona della spalla e del colletto, fa riuscire la magia: il sistema Jäger riveduto e corretto dalla Sabatti con un clack sonoro ci tranquillizza e, di lì in avanti tutte le cartucce, sistemate a dovere, non evidenzieranno il minimo problema.
Inizia i tiri Carlo sulla base dei 100 metri:
1 – Palla Sierra Match King HPBT da 120 gr con polvere N/160 x 48,5 gr, OAL 75 mm – quasi imbarazzante leggere le velocità che appaiono sullo strumento con magnifica ripetitività: 832 – 832 – 831 m/sec. Tre colpi in 13×10 mm – E/2 275 kgm
2 – Palla Barnes TSX Flat Base da 130 gr – polvere N/160 x 46,5 gr, – OAL 77,3 mm – solo il primo colpo marca 769 m/sec mentre i due seguenti danno 793 e 789. La rosata è pari a 13×8 mm – E/2 235 kgm
3 – Palla MRR Hunting da 123 gr – polvere N/150 x 43,0 gr – velocità pari a 750 – 733 – 747 m/sec. I tre colpi stanno in 16×3 mm – E/2 228 kgm
4 – Palla KS (Kegel Spitze) da 127 gr (8,2 g) – polvere SR/70 x 48,0 gr – velocità di 785 – 794 – 793 m/sec. Tre colpi in 22×27 mm – E/2 262 kgm (bossolo affumicato: serve maggior pressione)
5 – Palla Barnes TSX Flat Base da 130 gr – polvere SR/70 x 47,5 gr – velocità di 793 – 790 – 788 m/sec. Tre colpi in 14×5 mm – E/2 267 kgm
6 – Palla KS (Kegel Spitze) da 108 gr (7,0 g) – polvere N/140 x 43,0 gr – velocità media 851 m/sec – Prima rosata in 10,3 mm e seconda (canna più calda) in 19,05 o 12×20 mm – E/2 258 kgm
7 – Palla Nosler Partition da 100 gr – polvere N/140 x 41,8 gr – OAL 72,4 mm – velocità media 840 m/sec – Tre colpi in 8,9 mm – E/2 233 kgm
Commento ai dati
Qualche considerazione su quanto sopra esposto è doverosa. Innanzitutto abbiamo selezionato i proiettili tenendo presenti diversi fattori: la funzione venatoria, la reperibilità, e poi le due correnti di pensiero (prima che anche qui si imponga il pensiero unico) con i tradizionali prodotti contenenti piombo e altri in cui non è presente. Per completare il discorso sono state usate con successo polveri tradizionali come la N/160, la N/150, la N/140 cui si è affiancata la recente SR/70; i bossoli sono RWS e gli inneschi CCI LR.
Iniziamo dalla Sierra: la Match King è una palla da tiro, ma scelta da molti cacciatori considerando che unisce ottima precisione e affidabile letalità con una quotazione ancora abbordabile. A qualcuno magari dà un po’ fastidio l’effetto sulla spoglia, ma secondo Carlo (e a noi suoi discepoli) è sempre preferibile disporre di qualche ettogrammo di carne in meno pur di stoppare immediatamente il selvatico. I tre colpi sul bersaglio certificano un’ottima precisione.
Entriamo nell’ambito delle monolitiche in rame con le Barnes, tra le prime ad apparire sul nostro mercato distribuite dalla Paganini di Torino: le TSX con base piatta offrono una superficie più lunga all’azione della rigatura e qui sono state scelte le 130 gr. Sulla letalità si ascoltano ancora alcuni pareri discordi, ma ci paiono casi sporadici. Riteniamo che per massimizzare l’effetto occorra studiare bene la velocità del proiettile necessaria a farlo affungare cedendo la sua energia, e poi considerare opportunamente il suo peso in rapporto alla massa del selvatico. Da sempre le Barnes godono di eccellente reputazione per la precisione e qui ne abbiamo la riconferma.
La novità nel campo delle monolitiche in rame è rappresentata dalle palle MRR, la sigla che qualifica anche una particolare rigatura brevettata da Sabatti e presente proprio sul kipplauf SKL 20 usato per le prove. E’ recentissima la notizia dell’avvio di una società, una start up secondo la locuzione odierna, dove la Sabatti e un altro socio hanno iniziato la produzione di simili proiettili declinati in alcune tipologie specifiche per caccia e tiro. Quelli usati nella ricarica sono gli Hunting da 123 gr con piccola punta apicale in sintetico. L’adozione di barre in rame puro e la lavorazione di ogni singolo pezzo al tornio con programmazione elettronica garantisce massima uniformità: di primo acchito possiamo affermare che la precisione risulta eccellente.
Passiamo a una storica palla della RWS, la Kegel Spitze, qui messa in campo in uno dei pesi tradizionali per il calibro 6,5 mm o .264”, quello da 8,2 g o 127 gr. La carica non deve essere stata perfettamente adeguata, forse un poco scarsa nella dose della recente polvere SR/70, tant’è che si è notata una precisione non consona a tale proiettile famoso per concentrare i colpi a meraviglia: i cosiddetti trifogli sono all’ordine del giorno.
Proseguendo osserviamo una seconda ricarica con la Barnes TSX Flat Base da 130 gr: in luogo della polvere N/160 x 46,5 gr si è provata la SR/70 x 47,5: analoghe le V/2, leggermente migliori in quest’ultimo caso, quel tanto che basta per formare una rosata davvero appagante.
Per questioni organizzative le ultime due prove sono state condotte in un momento successivo, ma i rilievi sono identici: ecco ancora alla ribalta un’altra grammatura della palla KS con la 7,0 g (108 gr) che realizza quel che le è consono con i primi tre colpi in 10,3 mm. Si è voluto proseguire con tre successivi: la canna leggermente calda ha comunque mantenuto i tre colpi in 19,05 mm (12×20). Una scelta fra i due pesi di palla che lasciamo al tiratore in funzione del capo da catturare e della distanza di ingaggio.
Da ultimo uno storico proiettile statunitense, il Nosler Partition da 100 gr a cui la N/140 imprime la velocità media di 840 m/sec: quasi inutile misurare la rosata di tre colpi racchiusi in soli 8,9 mm.
Le ricariche, come si sarà già notato, sono piuttosto tranquille rispetto a quanto potrebbe sviluppare la cartuccia: ci è parso bene mantenerle su tali livelli considerando due fattori. Il primo riguarda la probabile destinazione a basculanti di età e, quasi certamente, di nobili origini mitteleuropee cui è poco consono infliggere tomenti pressori oltre il necessario. Il secondo fattore è proprio in quel che risulta essere necessario: cacciare con un kipplauf come quelli sopra citati dovrebbe sottendere un certo stile venatorio con approccio al selvatico e tiri non molto lunghi. Uno stile analogo sarebbe elegante riservare anche ad un esemplare odierno, pur se tutte le prove espletate affermano che con il Sabatti SKL 20 non si hanno problemi sulla lunga distanza: la precisione davvero eccellente è stata una costante in tutto il percorso di prove che abbiamo effettuato e l’E/2 sviluppata dalle ricariche si posiziona fra i 275 e i 228 kgm, ampiamente sufficiente per gli ungulati di taglia media fra capriolo e muflone. Gli odierni mezzi optoelettronici poi consentono le correzioni di puntamento in base al calcolo della traiettoria.
Conclusioni
Con questa quarta puntata pensiamo di aver terminato il percorso di prove con il nuovissimo kipplauf SKL 20 della Sabatti: gli esiti di tiro sono stati descritti puntualmente sia con le due cartucce originali RWS che con le ricariche. Riosserviamo ancora un momento le variazioni apportate alla meccanica originaria Jäger dalla Sabatti evidenziando gli zoccolini in acciaio sostituibili posti nello spessore dei fianchi di bascula in Ergal, le due metà della tavola, su cui contrasta l’acciaio dei semipiani espressi dal monobloc di culatta; la chiusura non è più a tassello con dente sul tenone posteriore, ma una ben più efficace a doppia spina conica complanare con la camera di cartuccia e quindi col punto di insistenza della forza. Non ci dilunghiamo su altre finezze, ma l’attacco dell’asta alla canna è studiato per lasciare quest’ultima completamente flottante, la rigatura MRR padroneggia a meraviglia tanti tipi di proiettili, la slitta di armamento della batteria fruisce di un favorevole rapporto di leve che minimizza lo sforzo del dito.
L’ottica Sight Mark Citadel saldamente posizionata sull’eccellente attacco dei Fratelli Contessa, ci ha permesso di spremere le virtù balistiche del fucile sia in poligono che a caccia dove una pronta variazione al minimo degli ingrandimenti e il conseguente ampliamento del campo visivo ci ha consentito di ingaggiare un cinghiale in transito a poco meno di una cinquantina di metri dalla posta. Restituire questi elementi ringraziando la Sabatti è doveroso, ma per esser sinceri ci procura un po’ di tristezza. Ci siamo oramai affezionati e desideriamo racchiudere in un termine le loro caratteristiche: affidabilità.