La norma include anche delle disposizioni per quel che riguarda le prove cinofile. Il CdM ha precisato di non aver trovato la giusta distinzione tra l’addestramento vero e proprio e la caccia in senso stretto. Inoltre, sono state ravvisate delle potenziali ricadute sulla fauna selvatica e sul periodo della riproduzione di quest’ultima.
Un altro provvedimento impugnato è quello che ha a che fare con l’utilizzo dei falconieri da parte della Regione Veneto: si tratta di professionisti con requisiti specifici che possono controllare le specie invasive, oltre alla riabilitazione dei rapaci. Anche questa parte della legge è stata considerata in contrasto con la legge nazionale sulla caccia: in particolare, i falconieri sono equiparati ai cacciatori e non possono essere autorizzati ad eseguire i vari piani di abbattimento. Ora si attende una replica dell’ente locale per capire cosa succederà nei prossimi mesi.