Il Consiglio di Stato si è riunito ieri per esaminare l’appello della Regione Liguria contro la sospensione della caccia in deroga allo storno in questo territorio. Come reso noto dalla Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC), una delle associazioni che ha promosso il ricorso contro il prelievo venatorio del volatile, l’ordinanza del Tribunale Amministrativo Regionale dello scorso 22 settembre è rimasta inalterata.
Un mese fa i giudici avevano bloccato la caccia, specificando come non ci fossero pericoli seri per quel che riguarda l’agricoltura. La LAC aveva appunto presentato ricorso insieme all’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) e alla LAV (Lega Anti Vivisezione). Le associazioni animaliste e ambientaliste usano spesso toni esasperati, ma in questo caso hanno ragione sull’ennesima delusione che deve incassare la Regione Liguria.
La delibera relativa al 2017 prevedeva l’abbattimento di 10mila esemplari di storno, per la precisione 10 capi giornalieri per ogni cacciatore abilitato. Nel ricorso al TAR si era fatto riferimento anche ai sospetti sulle persone che avevano effettuato le richieste di risarcimento danni. Un altro atteggiamento che non ha convinto il Tribunale Amministrativo è stato quello dell’Assessorato alla Caccia che non ha fornito il fascicolo con i dettagli della delibera ai ricorrenti.