Stop agli abbattimenti «automatici» degli orsi. A deciderlo è stato il Consiglio di Stato contro i provvedimenti adottati dalla Provincia Autonoma di Trento. Seppur non con la frequenza riscontrata in Trentino, anche nel Veronese, e specialmente nel territorio malcesinese, il plantigrado si è fatto vedere in più di qualche circostanza. Nell’aprile 2020 nella frazione di Cassone due donne si erano ritrovate a tu per tu con il grosso mammifero. Tanta la paura per entrambe anche se senza conseguenze, visto che l’animale si era subito dileguato.
Un apicoltore di Calchere, sulle colline sopra Malcesine si era ritrovato un’arnia rotta con ogni probabilità proprio dallo stesso esemplare. Un altro avvistamento c’era stato pochi giorni prima sempre al confine tra Trento e Malcesine. L’anno precedente, verso fine estate, al confine tra Nago-Torbole e Malcesine era stato immortalato in un bosco un altro orso intento a farsi una doccia rinfrescante in una fontana. Gli avvistamenti in Trentino negli ultimi anni sono stati più frequenti tanto da indurre la Provincia Autonoma a pensare a provvedimenti più drastici, fino all’uccisione per gli elementi più «problematici».
Ma ora i giudici del Consiglio di Stato hanno così bocciato l’appello presentato dalla Provincia di Trento contro il Wwf, che si era opposto all’uccisione del plantigrado, confermando la sentenza del Tar, tribunale amministrativo regionale di Trento che vieta alla Provincia autonoma trentina di abbattere gli orsi coinvolti in aggressioni alle persone senza aver prima ricevuto l’autorizzazione dell’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (L’Arena).