Le proposte per risolvere il problema rappresentato da questi animali erano state sostanzialmente due, vale a dire le armi libere e le gabbie per la cattura, come avviene in altri comuni italiani. Le alternative sono quelle suggerite in più di una occasione da animalisti e ambientalisti, in primis la sterilizzazione delle nutrie con mangimi o intervento chirurgico, utile secondo i sostenitori per bloccare la riproduzione.
In tutta la provincia torinese sarebbero 10mila gli esemplari, un numero destinato ad aumentare in maniera preoccupante. In poche parole la situazione non è ancora risolta e il piano di contenimento è destinato ad essere accantonato o al massimo rivisto in modo radicale.