Il comune di Sesto Fiorentino, per bocca dello stesso primo cittadino, ha fatto trapelare la volontà di chiudere alla caccia l’area di Cercina, in nome di un non ben definito disturbo, arrecato dall’attività venatoria, alle attività umane. Arci Caccia parteciperà all’assemblea indetta dal Comune per oggi 16 luglio alle ore 21, presso il Centro Civico N° 5, per manifestare la propria ferma opposizione. Infatti, è bene ricordare che l’attività venatoria è già rigidamente normata e la legge fissa rigorose distanze minime da case, strade e luoghi di lavoro appunto per evitare simili inconvenienti.
Ci preme, inoltre, di ricordare che l’assenza di attività venatoria, in un momento come questo, in cui le sentenze del Tar e le difficoltà della Polizia Provinciale hanno di fatto bloccato l’attività di controllo, causerebbe una proliferazione incontrollata degli ungulati, con tutto ciò che ne deriverebbe per le attività agricole e l’incolumità dei cittadini.
Quindi occorre valutare bene certi passi prima di compierli, a meno che non si voglia avere la responsabilità morale di qualche incidente d’auto e dell’aumento dei danni alle colture. Finora, in territorio libero, quando questi si verificano, si è attinto ai fondi dei cacciatori per il loro indennizzo, ma se il Comune, tra l’altro ente non competente in materia di caccia, decide arbitrariamente di chiuderla su una grande porzione del suo territorio, chi sarà a pagare? Forse il Sindaco, magari con risorse proprie? Ci permettiamo di dubitarne…
Hanno abbondantemente rotto le balle. Tutti. Sarà la caccia la causa di tutto il negativo che regna sovrano nella nostra amata Italia? Sono sempre più convinto che troppa politica distorce ogni cosa. E ormai, dentro il mondo venatorio, c’è troppa politica. Sappiate che io a caccia andrò sempre. Anche a costo di mascherarmi come zorro e di essere sfuggente come Robin hood.