Come se non bastassero gli attacchi ingiustificati e privi di supporti scientifici contro il mondo della caccia, nelle ultime ore se n’è aggiunto un altro. L’associazione dei consumatori Codacons ha proposto il divieto assoluto di attività venatoria in territorio calabrese per i prossimi cinque anni. Le motivazioni sono quelle solite, il presunto aumento degli incidenti di caccia, l’incremento del bracconaggio e addirittura i “safari” per prelevare specie protette.
Inoltre, l’associazione ha ricordato gli incendi e la siccità, un riferimento piuttosto strano in un periodo freddo come quello attuale. In poche parole il Codacons ha chiesto di vietare la caccia spiegando cosa è successo la scorsa estate. Inoltre, non è mancato un cenno a chi viene dalle regioni settentrionali fino in Calabria per approfittare della stagione venatoria e abbattere specie protette in questi boschi.
L’associazione teme che tutti gli animali spariranno progressivamente, di conseguenza è stato chiesto al presidente della Regione, Mario Oliverio, di annullare le stagioni venatorie per i prossimi cinque anni. Infine, il Codacons ha parlato della Legge Nazionale sulla Caccia e della possibilità per le regioni di vietare o ridurre l’attività venatoria per “sopravvenute particolari condizioni ambientali”. Le repliche del mondo venatorio non tarderanno sicuramente dopo affermazioni di questo tipo.