Se il cacciatore sa rapportarsi con semplicità al cane da caccia giovane e maturo, quali sono le attenzioni che dovrà avere nei confronti del cane anziano? Poche eppure importanti, soprattutto se si desidera che questo, pur non più agile, condivida ancora esperienze venatorie con il proprietario.
Succede a tutti i cani presto o tardi di invecchiare, esattamente come ai proprietari. Eppure quando il cane che invecchia è un segugio fedele, che non si vuole rinunciare a portare con se durante le battute di caccia, è ovvio che il cacciatore dovrà avere nei suoi confronti alcuni riguardi particolari. Il cane infatti, durante il lento processo dell’invecchiamento, va incontro a delle particolari modificazioni fisiche, di cui ci occuperemo in altra sede, ma soprattutto di cambiamenti comportamentali sul campo di caccia.
Al cacciatore proprietario non resta che conoscere a pieno questi cambiamenti di modo da poter godere ancora a lungo della compagnia del proprio vecchio cane anche durante l’attività venatoria. E’ facilmente immaginabile che inizierà, con i primi accenni di vecchiaia a presentare evidenti limiti fisici: velocità di lavoro, vigore nella deambulazione saranno limitazioni cui li cacciatore proprietario di un cane anziano dovrà far l’abitudine. L’avanzamento fra boschi e macchie folte di vegetazione, ma soprattutto le salite pesanti lo vedranno arrancare a fatica, eppure il vostro amico non vi sembrerà meno felice di seguirvi. A voi sta l’attenzione di rallentare il passo.
L’unica forza a non scemare nel vecchio cane da caccia è la passione per l’attività venatoria, quell’attitudine predatoria che lo muoverà e gli regalerà gioia fintanto che avrà un minimo di forza.
Il proprietario intelligente si dimostrerà comprensivo nei confronti del cane che arriverà per sempre secondo al fagiano, affiancandogli un cane giovane e capace che farà il lavoro “pesante”. Questo d’altronde per quanto più forte, agile e scattante, una copia giovane del nostro anziano segugio, sarà privo di esperienza e sagacia da acquisirsi sul campo. E’ probabile che l’amico a quattro zampe ormai non più agile e forte possa ancora insegnare qualcosa nell’arte dello scovare l’animale a sorpresa e insegni all’inesperto segugio a non lasciarsi ingannare dal selvatico. Insomma gli passi il testimone, l’eredità.
Il proprietario cacciatore attento dovrà comunque ricordare che il cane anziano ha notevolmente ridotto il suo raggio d’azione e la sua efficacia psichica, e si dovrà tenere in considerazione una naturale diminuzione dell’udito e della vista che spesso possono trarre in inganno anche il cane più esperto. Ecco perché ci si dovrà abituare a chiamarlo un po’ più di frequente e magari utilizzando un tono di voce più alto del normale, senza, questo è ovvio, spazientirsi perché per quanto anziano possa essere il nostro amico a quattro zampe riesce ancora perfettamente ad interpretare i sentimenti del proprietario.
Fra le necessità che mutano v’è inoltre quella di bere con maggiore frequenza; è dunque consigliabile portarlo con noi solo in quei terreni in cui con una certa facilità si potrà rintracciare dell’acqua, o durante la stagione temperata. Il troppo freddo ed il troppo caldo sono assolutamente da evitarsi, la caccia non sarebbe più un piacere ma una fonte di malanni e acciacchi incrementati esponenzialmente.
E’ bene inoltre concedere più di un giorno di riposo fra una battuta di caccia e l’altra. Il cane anziano recupera molto più lentamente rispetto ad un cane giovane.
Seguendo queste piccole attenzione il cacciatore potrà godere ancora a lungo della compagnia del proprio cane da caccia anzianotto, che forse non sarà più un segugio a cinque stelle ma piuttosto un amico con il quale condividere le nuove avventure che si presenteranno.