Questi elementi furono poi esaminati a fondo e si scoprì che si trattava proprio di un capriolo, nonostante le doppiette avessero la licenza per il prelievo venatorio delle lepri e delle volpi. Secondo gli agenti provinciali, il brandello e il pelo erano sufficienti a provare l’uccisione dell’ungulato, successivamente trasportato a casa in base a questa ricostruzione.
Nel corso del processo c’era poi stata la richiesta da parte dell’accusa di far pagare ai tre cacciatori un’ammenda pari a 1500 euro, ma il giudice ha scelto di dare ragione alla difesa. In pratica, la prova piena dell’abbattimento e della colpevolezza non esiste e non può essere rappresentata da tracce o piccole porzioni del selvatico. Il territorio comunale di Colere, caratterizzato da molte frazioni, fa parte del Parco delle Orobie Bergamasche, area naturale in cui è in vigore una legge molto severa sulla salvaguardia della flora e della fauna locale.