Il primo caso assoluto
In questi giorni si tiene a Brescia il XXII Congresso Nazionale della Società Italiana di Diagnostica di Laboratorio Veterinaria (S.I.Di.L.V.), nell’ambito del quale sono presentati i risultati di uno studio (a cui ha partecipato anche l’Ufficio Studi e Ricerche Faunistiche e Agro Ambientali della Federcaccia) grazie al quale è stato diagnosticato il primo caso di Mixomatosi nella lepre italica. La Mixomatosi è una ben nota malattia virale, a virulenza variabile, del coniglio selvatico e domestico, ormai endemica in tutte le aree di presenza della specie, il cui agente eziologico è il Myxoma virus (MYXV). L’infezione può avvenire tramite vettori (zanzare, pulci etc.), con ceppi a medio/alta virulenza o con ceppi a bassa patogenicità. La suscettibilità di Lagomorfi diversi dal coniglio è stata dimostrata con infezioni sperimentali, come ad esempio nel silvilago o “minilepre”, che si è dimostrato svolgere (ove presente) il ruolo di “serbatoio” naturale, ovvero conservando il virus nell’ambiente, ma anche nella lepre comune, nella quale manifesta sporadicamente infezioni a bassa patogenicità. Recentemente è stato scoperto in quest’ultima specie un piccolo focolaio in Gran Bretagna, ma anche in Italia sono noti casi sin dal 1975. Tuttavia nel 2018 è stata descritta un’estesa epidemia di Mixomatosi nella lepre iberica, con elevata mortalità nella provincia spagnola di Toledo, infezione però legata alla comparsa di un nuovo ceppo di Myxoma virus (MYXV-To).
Prelievo venatorio sostenibile
Nel corso del Progetto “Verso il prelievo venatorio sostenibile della Lepre italica (Lepus corsicanus) in Sicilia: buone pratiche e azioni di monitoraggio”, avviato nel 2017 in Sicilia dalla Federcaccia e tutt’ora in essere, è stato abbattuto a Racalmuto (AG) nel novembre 2018 un maschio di lepre italica con sospette lesioni da Mixomatosi. Le analisi effettuate in parte presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna di Brescia e in parte presso l’Institute of International Animal Health/One Health, Friedrich Loeffler Institut, Greifswald Insel Riems, Germania, hanno rivelato: 1) la presenza di DNA virale del Mixoma virus, per la prima volta in questa specie di lepre; 2) l’esclusione che si tratti del ceppo MYXV-To (per fortuna); 3) la contemporanea positività per Treponema paraluisleporidarum), un batterio a trasmissione sessuale (agente della Sifilide dei Lagomorfi, malattia non trasmissibile all’uomo), anche questo patogeno accertato per la prima volta nella lepre italica.
Raccolta dei campioni
Considerata la contemporanea presenza in Sicilia di popolazioni di lepre italica e di coniglio selvatico, sono in corso indagini di sequenziamento del genoma virale con la speranza che possano contribuire a comprendere meglio il quadro epidemiologico nell’Isola. Su nuovi campioni che saranno raccolti nel corso di questa stagione venatoria nell’ambito del Progetto curato da Federcaccia in Sicilia, sarà interessante effettuare anche studi di tipo sierologico (comparativi tra il ceppo in questione e altri ceppi circolanti nel nostro Paese), allo scopo di chiarire se si è trattato di un caso isolato o se, invece, siamo di fronte ad un ceppo virale di Myxoma virus adattato alla lepre italica. Si conferma ancora una volta il ruolo strategico del cacciatore come “sentinella ambientale” e il suo contributo alla visione olistica “One Health”, che riconosce la salute animale, la salute dell’ecosistema e la salute umana strettamente interconnesse (fonte: Federcaccia).