Flavio Galizzi, vicepresidente della Federcaccia provinciale di Bergamo, è tornato a parlare delle munizioni senza piombo nell’attività venatoria, soprattutto dopo il ritrovamento di un’aquila morta in cui era presente una percentuale di piombo nel sangue superiore ai limiti accettabili. Si punta spesso il dito contro la caccia, ma l’associazione ha ricordato gli studi e gli investimenti delle case produttrici di proiettili per fornire soluzioni ottimali e migliorative per quel che riguarda i fucili a canna rigata.
Il mercato propone molte munizioni atossiche senza piombo e per ogni calibro: i costi, di poco superiori rispetto alla cartuccia classica, non rappresentano un problema per i cacciatori di selezione, inoltre piccole aziende italiane si stanno specializzando in questa produzione. Galizzi ha sottolineato i risultati validi dei test, non solo nel nostro paese, senza dimenticare che non hanno ragione di esistere i dubbi sulla minore capacità di bloccare il selvatico sul posto. La soluzione prospettata dal vicepresidente provinciale è quella di approfondire il problema con dati tecnici e scientifici, in modo che i cacciatori non subiscano imposizioni.
I consigli di Galizzi sono diversi. Anzitutto, il codice etico di un cacciatore di selezione dovrebbe prevedere la frequenza periodica di allenamento al poligono, la taratura dell’arma a 200 metri, la caccia insieme a un amico o a un bravo maestro e la sperimentazione della reale capacità di tiro prima di provare quelli a lunga distanza. Federcaccia Bergamo, infine, ha accolto con favore l’uso delle palle monolitiche, capaci di aprirsi a petalo e di non disperdere materiale nella carcassa dell’animale colpito.